DIOCESI – Abbiamo chiesto al Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani alcune considerazioni sul caso Desirée.
Mons. Bresciani cosa pensa di quello che è successo a Desirée e come valuta la reazione delle persone?

Mi ha molto colpito, insieme all’opinione pubblica, la drammatica vicenda di Desirée e la sua tragica fine in mano a violenti stupratori. Non c’è nulla da aggiungere se non da condannare con forza tali fatti. Giusta la reazione popolare, anche se con qualche eccesso verbale di troppo.
Vorrei però fermare l’attenzione sulla persona Desirée: mi ha fatto molta pena, mi ha stretto il cuore la sua solitudine di ragazzina: sola, di notte, in cerca di droga tra adulti che non si prendono cura di lei.
Cerca droga: non importa se leggera o pesante, sempre droga è, e non fa mai bene, meno che meno a quell’età! Abbandonata a se stessa in un mondo più grande di lei, che forse pensa di conoscere e dominare, ma invece è in cerca solo di evasione per dimenticare la sofferenza della sua solitudine.
Dove sono gli adulti che dovrebbero guidarla nella vita? Giustamente condanniamo chi le ha propinato droga e chi ha abusato di lei.

Ma siamo convinti che davvero basti questo per rispondere alla solitudine in cui lasciamo i nostri ragazzi?

Che basti questo per riempire quel vuoto educativo che non abbiamo più il coraggio di affrontare e cercare di riempire?
Invochiamo la libertà, ma lasciamo nella solitudine, dove non c’è libertà!
Siamo davvero convinti che basti dire: liberalizziamo la droga leggera, così evitiamo il guadagni di mafie e zone affini?
E di questi ragazzi chi si prende cura? Chi si prende l’onere di accompagnarli nella vita, non solo con dei sì o dei no (che pure ci vogliono se si vuole veramente educare), ma con la disponibilità a stare loro vicino, ad ascoltarli veramente, a non lasciarli soli e a riempire il loro vuoto affettivo non con la droga o la birra o altro, ma con l’affetto sincero che li sostiene nelle loro sfide evolutive? Con proposte che li accompagnino ad essere veramente costruttori della propria vita?

La libertà è un valore solo quando la si spende per fini che siano veramente valori per sé e per gli altri.
Troppo facile dire che tocca alla famiglia (ed essa ha un compito irrinunciabile e determinante in questo senso), ma bisogna anche che ci si chieda come costruire e sostenere una vera alleanza educativa di tutti accanto e con la famiglia: della scuola, delle istituzioni civili, della società, della politica, della Chiesa …
Credo che il caso Desirée ci ripresenti ad evidenza non solo l’efferatezza della violenza, ma soprattutto quella emergenza educativa che tutti ci interpella, che deve farci sentire responsabili e che viene elusa con l’appello alla liberalizzazione della droga (leggera o pesante, poco importa): forse che liberalizzandola diventa innocua?”

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