SAN BENEDETTO DEL TRONTO – San Benedetto avrà molto presto uno sportello di accoglienza per la maternità difficile. Non sarà un mero punto di ascolto, ma un punto di riferimento ed un aiuto concreto per chi si trova ad affrontare una diagnosi prenatale patologica, a volte infausta.

Ne parliamo con il prof. Giuseppe Noia, presidente nazionale della fondazione “Il cuore in una goccia” onlus, presidente dell’Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici, nonché Primario di Ginecologia al Policlinico Gemelli di Roma dove ha sviluppato nel tempo la terapia del feto in utero e con il dott. Marco Strozzieri, referente medico del progetto per San Benedetto del Tronto.

Prof. Giuseppe Noi, partiamo dalla sua Fondazione: Il cuore in Una Goccia Onlus
La Fondazione è un ente senza scopo di lucro nata nel 2015 ed ispirata da Madre Teresa di Calcutta. È finalizzata alla difesa della vita nascente e alla tutela della salute della madre e del bambino. La scrittura dice: “Ti ho fatto Come un Prodigio, prima che le tue viscere fossero formate io già ti conoscevo”. Ci mettiamo accanto alle donne e alle famiglie, ai bambini che si trovano ad affrontare diagnosi prenatali di gravi patologie e malformazioni, spesso incompatibili con la vita. Offriamo loro – gratuitamente – un supporto medico, psicologico, affettivo e spirituale, in un percorso che sembra umanamente inaccettabile, ma che noi riteniamo percorribile con l’aiuto di una rete di persone che, come in un abbraccio, protegge, accoglie, sostiene, consola.  Al braccio medico scientifico, si affianca la rete familiare testimoniale e la rete spirituale, che opera attraverso cenacoli di preghiera. La Fede è lo sfondo che colora l’operato della fondazione, è la fonte d’ispirazione della nostra Missione. Mutuando dalla Beata Chiara Corbello “Siamo nati e non moriremo più”. In quest’ottica, il Cuore in una Goccia ha intrapreso il progetto della creazione di una rete di sportelli su tutto il territorio nazionale, non ultimo quello di San Benedetto del Tronto, i cui referenti sono Paolo e Lara Graci (3407273533).
Da parte mia, ho sentito l’esigenza di testimoniare la fede con le opere, seguendo l’esempio di Madre Teresa, che disse: “Se non volete questi bambini, dateli a me”.

Cosa ci si può aspettare da uno  sportello di accoglienza per una gravidanza patologica?
“Lo Sportello si occuperà di accogliere la coppia o il singolo con diagnosi prenatale problematica, dare informazioni medico-scientifiche specifiche, puntuali e rigorose sulla patologia. Vogliamo ridurre l’amplificazione del rischio, l’ansia e il rifiuto della malattia e del bambino. La finalità è non lasciare nella solitudine quelle famiglie, aiutandole, attraverso un programma di “medicina condivisa”, ad affrontare, con scientificità e umanità, tutte le delicate fasi della gravidanza e del parto. La nostra è una proposta alternativa all’interruzione di gravidanza (secondo quanto indicato dall’articolo 5 della Legge 194/78): accoglienza del bambino, cure prenatali, terapie, palliazione, accompagnamento, sulla base del modello Hospice Perinatale. Sia un feto sano che per uno malformato hanno pari dignità. La scelta di privare quello più svantaggiato del bene della vita è legata alla paura di un futuro imprevedibile. Oggi però ci sono possibilità di cura anche per le patologie fetali prenatali e non è neppure detto che un bimbo nasca sano e lo rimanga per sempre. Non si tratta di essere cattolici o meno, ma di perseguire la cultura della difesa del diritto alla vita e della dignità dell’embrione.”

Il presidio di San Benedetto trova il sostegno medico scientifico del ginecologo dott. Marco Strozzieri. Com’è stato coinvolto in questo percorso?
“Una coppia è venuta da me con una diagnosi infausta. Ho conosciuto il prof. Noia e da lì la Provvidenza sta facendo il suo corso, muove un disegno che umanamente sarebbe difficile concepire. Farò il possibile per sostenere questo progetto, avrò necessità della collaborazione delle famiglie ed il supporto medico scientifico dei colleghi. Molti di loro, tra cui il dott. Andrea Chiari, (primario del reparto e capo dipartimento dell’U.O. di Ginecologia e Ostetricia presso l’Ospedale “Madonna del Soccorso”, ndr), il dott. Carlo Di Biagio, (già responsabile del poliambulatorio presso Caritas di San Benedetto, ndr) e il dott. Luca Massimi, (giovane neurochirurgo sambenedettese in servizio presso l’U.O.C. di Neurochirurgia infantile presso il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, ndr) sono sensibili e proattivi alla sua realizzazione. Il percorso necessita di trovare porte aperte, perché l’obiettivo è portare all’approvazione della Regione Marche la possibilità di un’accoglienza in ospedale. Sono sicuro che lo sportello sarà una presenza importante per tutto il territorio.”

Come si pone davanti alla patologia prenatale, quando il primo sentimento che assale è lo sconforto?
“Essere ginecologo per me vuol dire aver avuto la possibilità di conoscere scientificamente la vita, accoglierla nella sala parto e pormi tanti perché. Santa Madre Teresa di Calcutta diceva:” Metti la tua goccia e arriverà l’oceano dell’Amore di Dio.” Di fronte alla patologia è inutile chiedersi perché: va accolta, vissuta ed elaborata solo per comprendere il nostro ruolo in quel preciso momento. Ringrazio il prof. Noia di questa opportunità che mi ha dato.”
Il progetto è sostenuto da Maria Paola Anelli, da Paolo Graci e Lara di Sante, referenti di zona per la Fondazione “Il cuore in una goccia” onlus, insieme con le famiglie che hanno vissuto il percorso della perdita o malattia del proprio bambino. Un diverso orizzonte si profila: ciò che è incurabile, diventa curabile, all’eutanasia si sostituisce la fiducia nella bioetica. La vista è un dono per curare e non per eliminare. La condivisione è lo strumento per accompagnare, per amare e continuare a vivere nel ricordo di averli amati.

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