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Parrocchia Sacra Famiglia: ritiro per i catechisti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Santuario ed il Convento di San Tommaso Becket di Canterbury, situati appena fuori il centro storico di Montedinove, hanno ospitato il ritiro d’inizio anno pastorale dei catechisti della Parrocchia Sacra Famiglia di Ragnola, guidati dal parroco don Francesco Ciabattoni.

Una mattinata dedicata alla preghiera ed alla riflessione sul brando proposto, dal Vangelo secondo Marco cap.8,27. “Ma voi, chi dite che io sia?”; questo lo spunto per la riflessione, parole del Cristo che attraversano il tempo e son giunte fino a noi.

La condivisione ha cercato di evidenziare la chiamata personale di Gesù, un invito a nuove, rinnovate, consolidate relazioni. All’inizio dell’anno catechistico, l’invito è di stare con Gesù e, come i discepoli, ad ‘appartarsi’ con Lui, che ha tempo da donare per rimotivare il servizio e sostenere il lavoro. Al centro la relazione verticale e orizzontale con Lui e con Dio, per servire la folla dopo aver “toccato il suo mantello”.

“Costruire ponti vuol dire andare oltre e andare avanti. – suggerisce don Francesco – Unire ed incontrare. C’è la folla e ci sono i discepoli. La folla ascolta da lontano (Mc 3,1). Accorre, acclama ma poi se ne va da dove è venuta. La moltitudine si sfila. Tra la folla ci sono i discepoli (Mc 3,13) anche se ancora non sanno di esserlo; Vieni ti farò pescatore di uomini (Mc 1,16.). Gesù è il centro delle relazioni, ma queste cambiano man mano che si cambia posizione. Dalla folla ai discepoli, la relazione passa da generica a personale. C’è un tu dell’anima che va ascoltato.”

La domanda allora al catechista è viva: si fa parte della folla oppure si è  ‘catturati’ nella rete del vangelo?

“Forse non ce ne siamo accorti ma ora siamo nel cuore intimo di Gesù. Siamo catechisti, animatori, frequentiamo la parrocchia. Siamo noi i ponti tra Gesù e la folla, tra la Chiesa e i fedeli. Ora Gesù si rivolge a noi direttamente. Voi chi dite che io sia? Tu che dici di me? E’ la relazione tra Dio e il suo messaggero, sempre personale e di amore. Restando accanto a Gesù si comincia con Pietro a identificarlo, ancora sommariamente con un participio: il CRISTO, “l’unto”, il consacrato, il Messia tanto atteso dal popolo ebraico (Dt 18,15 ss.). Nonostante Pietro, uomo diviso e contraddittorio, abbia colto davvero chi è quell’uomo che sta seguendo, Gesù ancora blocca tutti dal raccontarlo ad altri: perché si possa dire e diffondere il piano di Dio non basta un nome o aver intuito qualcosa, c’è da aderire a lui con tutto il cuore, da amare e soffrire pagando fino in fondo le conseguenze delle proprie scelte.

Se per noi è lo stesso, adesso inizia il cammino. Ora Gesù ci chiede qualcosa di più. Ci sembrava di essere arrivati, di essere bravi, generosi, di fare tanto per la chiesa, per la parrocchia, peri bambini, per la folla, invece scopriamo che abbiamo capito solo a metà. Rischiamo di fare come Piero prendere in disparte Gesù e portarlo da un’altra parte. Diventiamo noi stessi ostacolo al cammino della nostra chiesa. Diventiamo avversari di Dio facendo il contrario di quanto ci dice Gesù.”

Siamo al cuore di tutto il Vangelo. Torna la folla e Gesù estende l’invito a tutti di andare dietro a lui, rinnegando sè stessi, prendendo la propria croce e seguendolo. Un programma niente male per chi non vuol rischiare, starsene tranquillo e vivere comodo senza troppe sorprese! Il rischio è di dire belle cose di Gesù ma di non andare fino in fondo. Accampare scuse come “vorrei ma non ho tempo, l’incontro si ma la Messa no, la preghiera e la confessione no, la preparazione va bene ma l’adorazione mi annoia, il catechismo tutte le settimane è troppo.”

Conclude don Francesco: “Seguire, prendere, dare se stessi, perdere il possesso, il potere, il successo per aprirsi alla sorpresa di essere dono per l’umanità, pane spezzato e vino versato per i fratelli e sorelle vuol dir impegnarsi sulla strada del Maestro. Abbiamo vissuto l’incontro bellissimo di una comunità forte, per iniziare il nuovo anno. I catechisti si sono ritrovati a Montedinove in una domenica che sembrava estiva pur cadendo nel primo giorno di autunno. Abbiamo pregato, ascoltato e condiviso. Ora iniziamo a servire i nostri piccoli. Il servizio di catechista è impegnativo, ma bello. Si riconosce Gesù nei bambini e si vivono relazioni forti in parrocchia. Se hai voglia di impegnarti chiedi al parroco di diventare catechista. Sarà un percorso meraviglioso.”

Dopo un lauto pranzo conviviale ed una passeggiata nell’accogliente borgo di Montedinove, il gruppo ha celebrato la santa messa di ringraziamento presso il Santuario, che, preso in cura dai Frati Minori Conventuali, custodisce le reliquie del vescovo martire S. Tommaso Becket, a cui pellegrini si rivolgono per la guarigione dalle malattie delle ossa.