“Il bene va compiuto senza clamori, senza ostentazione, senza ‘far suonare la tromba’. Va compiuto in silenzio”. Lo ha detto ieri Papa Francesco all’Angelus, in piazza San Pietro, commentando il Vangelo della domenica, che riferisce l’episodio della guarigione miracolosa di un sordomuto, operata da Gesù. “In questa occasione, come in altre, Gesù agisce sempre con discrezione. Non vuole fare colpo sulla gente, Lui non è alla ricerca della popolarità o del successo, ma desidera soltanto fare del bene alle persone”. Citando ancora il racconto del Vangelo, il Papa ha sottolineato “l’esigenza di una duplice guarigione”. “Innanzitutto la guarigione dalla malattia e dalla sofferenza fisica, per restituire la salute del corpo. Ma c’è una seconda guarigione, forse più difficile, ed è la guarigione dalla paura”. Una guarigione dalla paura che “ci spinge a emarginare l’ammalato, ad emarginare il sofferente, il disabile”. Francesco ha poi indicato i “molti modi di emarginare”, “anche con una pseudo pietà o con la rimozione del problema; si resta sordi e muti di fronte ai dolori delle persone segnate da malattie, angosce e difficoltà”. “Troppe volte l’ammalato e il sofferente diventano un problema, mentre dovrebbero essere occasione per manifestare la sollecitudine e la solidarietà di una società nei confronti dei più deboli”.

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