“Il transito in mare è solo l’ultimo tratto. Quanto queste persone hanno sofferto nel passaggio del deserto! Quanto hanno sofferto nella loro permanenza nelle carceri dei Paesi di transito. Come ci stiamo attrezzando? Stiamo cercando di dar loro punti di approdo, luoghi come questo di Mondo Migliore in cui possono finalmente trovare un po’ di sollievo, pace e serenità. Glielo dobbiamo tutti a queste persone. Raccomando allora che non soltanto i toni si calmino, ma si colga l’opportunità per manifestare per primi la vera ricchezza che stiamo vivendo della nostra storia”. C’è anche mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana a Mondo Migliore ad accogliere i 100 migranti della Nave Diciotti che la Conferenza episcopale italiana ha preso a carico.

“E’ uno dei tanti segni. Probabilmente anche il più piccolo però anche il più significativo, perché mette insieme diverse forze”, dice Soddu parlando ai giornalisti davanti al Centro di Rocca di Papa. Il direttore della Caritas italiana parla infatti anche di “un altro segno grande che già da circa due anni la Chiesa italiana ha messo in atto ed è una campagna – spiega – che impegna diversi milioni di euro dell’8per mille ‘Liberi di partire e liberi di restare’. Un progetto che interessa tre parti del mondo: i Paesi da dove partono gli immigrati, i punti di transizione e il punto di arrivo”. E “lì – aggiunge – siamo impegnati diversi uffici e organismi della Conferenza episcopale italiana, la Caritas, Migrantes, Missio e tutto sotto la guida dell’Ufficio per gli interventi caritativi del terzo mondo. Sono tutti dei segni. Nella misura in cui tutto concorre a creare un’ulteriore crescita dell’umano, allora diventa tutto significativo, anche un piccolo segno come questo”. “Papa Francesco – aggiunge Soddu, rispondendo a una domanda – è sempre presente in tutte le situazioni che riguardano soprattutto questo tipo di problemi”. E sul modo in cui si è sbloccata la difficile trattativa dice: “Sono nate situazioni in forza delle quali tutto è stato smosso e si porta a compimenti grazie a Dio”. E conclude con un auspicio: “In forza di questa esperienza, ci auguriamo tutti che non accada più”.

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