“Le forme di vita come le conosciamo sono tutte legate all’acqua. L’acqua trovata allo stato liquido su Marte è una nicchia molto protetta. Se su Marte si è mai sviluppata una forma di vita o se ha trovato un posto dove svilupparsi, una nicchia come questa è un posto ideale”. Lo ha detto Enrico Flamini, docente di Planetologia all’Università di Chieti-Pescara e responsabile di progetto dell’esperimento Marsis per l’Agenzia spaziale italiana, il radar italiano che ha scoperto l’acqua su Marte, intervenendo oggi in conferenza stampa al Meeting di Rimini. “A 1.500 metri di profondità abbiamo trovato un lago di una ventina di chilometri di estensione superficiale di acqua allo stato liquido. Che ci sia l’acqua come ghiaccio non era una novità, che fosse presente una riserva di acqua liquida permanente e stabile è il ‘santo graal per i marziani’”, ha aggiunto Flamini sorridendo. L’astrofisico ha spiegato che “l’acqua liquida nel sistema solare c’è e anche in abbondanza in posti dove non pensavamo che ci fosse”. “Marte è solo l’ultimo di questi. Europa e Titano sono posti dove ci sono oceani. Questo ci dice che la fascia di vivibilità è estesa. La Terra al momento è l’unico pianeta con vapore, ghiaccio e acqua liquida sulla superfice – ha spiegato Flamini -, mentre a Marte si trova allo stato liquido solo sotto la superficie”. Secondo l’esperto, però, lì “si ampliano le possibilità di vita”. Riferendosi alla missione ExoMars per l’esplorazione del pianeta Marte, che prevede il lancio di un rover, Flamini ha detto che prevede anche l’impiego di uno strumento per “vedere se ci sono elementi organici”. “Per avere la certezza che la vita ci sia o non ci sia, ci metteremo ancora un po’ di anni. Entro il 2022 potremmo sapere se c’è evidenza di vita e, se c’è, non è detto che non ci sia anche da qualche altra parte”.

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