Di Maria Rita Bartolomei

GROTTAMMARE – Il 7 agosto 2018, alle ore 18:30, presso il Museo MIC di Grottammare, si inaugura la mostra di fotografia artistica dell’arch. Vito Sforza, intitolata TEOREMA. Pensieri fotografici sulla postmodernità. Le opere esposte non hanno intenti puramente estetici o narrativi, bensì alludono a “qualcosa” che non può essere facilmente codificato e descritto, ma solo pensato a partire dalla sua rappresentazione. Difatti – come spiega Maria Rita Bartolomei, che ha scritto i testi e insieme a Vito ha curato il relativo catalogo – l’autore rifiuta l’icona come rappresentazione esplicita del reale e tenta un rapporto con l’“indicibile”, ovvero, con ciò che siccome inconscio, inspiegabile, troppo ingiusto o doloroso, resta spesso ineffabile, misterioso e segreto. La fotografia postmoderna si caratterizza per il suo “citazionismo”, ovvero, per la frequente riproposizione in forme nuove e rielaborate, di una creatività già espressa. Così “Teorema”, seppure in sintonia con le pratiche culturali e le espressioni artistiche correnti, tenta alcune suggestioni interpretative dai tratti inediti, innovativi e propositivi. In una “società dell’immagine” come la nostra, l’autore utilizza proprio una serie di immagini eterogenee e per certi aspetti incommensurabili, catturate in contesti diversi spesso improbabili, frutto di scatti istantanei realizzati con tecniche differenti, per impressionare il fruitore e invitarlo alla riflessione sui diffusi sentimenti di incertezza, d’impotenza, d’inadeguatezza e di solitudine che causano un disagio sociale crescente e generalizzato nell’uomo contemporaneo, e sono alla base dei contrasti, delle violenze e dei soprusi della nostra epoca. Il lavoro, che sarà esposto fino al 2 settembre 2018, è sperimentale e si svolge su tre direttici: Persone & Persone; Femminicidio; Suggestioni emotive. La correlazione tra questi ambiti non è diretta, ma forma un percorso di senso all’indice di problematiche emergenti e piuttosto condivise. Le immagini proposte si profilano come un metalinguaggio della memoria individuale e sociale, una memoria per certi aspetti ormai cancellata dai dubbi baumaniani. Esse sono cariche di messaggi etici e invitano al recupero e alla riproposizione creativa di valori fondamentali: uguaglianza, rispetto, collaborazione e solidarietà.

 

 

 

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