“Una Chiesa da sempre abituata a non avere preti. Chi segue le comunità sono soprattutto le religiose e i laici. Un tempo i missionari facevano la ‘desobriga’: una volta l’anno visitavano le comunità più lontane. Ma questo significava che la messa veniva celebrata una volta l’anno, non poteva essere altrimenti”. Così don Enrico Lovato, sacerdote fidei donum della diocesi di Vicenza in Brasile, a Boa Vista, in un’intervista al settimanale diocesano “La Voce dei Berici”. “Ci occupiamo della pastorale ordinaria: battesimi, messe, visite ai malati, aiuti alle famiglie – racconta –. Oltre a questo, due volte al mese visito i villaggi della municipalità di Alto Alegre sparsi nella savana brasiliana nell’interior, l’interno del Paese. Qui i preti non ci sono e le comunità sono seguite da alcune suore, le vere ‘parroche’”. Secondo il sacerdote, il Sinodo panamazzonico “avrà riflesso su tutta la Chiesa”. “Il Concilio Vaticano II dice che la celebrazione eucaristica è ‘la fonte e il culmine’ della vita della Chiesa. Il Sinodo panamazzonico affronterà il tema della presenza eucaristica. Si sta pensando all’ordinazione dei ‘probati viri’, cioè di uomini sposati. Ma credo – afferma don Lovato – che anche alle donne si dovrà riconoscere un ruolo”. Infine, l’attenzione agli indios. “Difendere l’Amazzonia e difendere gli indios è la stessa cosa. Se l’Amazzonia viene distrutta, gli indios fuggono nelle periferie delle città, un ambiente completamente diverso da quello in cui erano abituati a vivere, rischiando di cadere in giri di alcolismo, prostituzione e droga”.

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