Per la cura e la tutela del pianeta “le istituzioni finanziarie hanno un importante ruolo da giocare, come parte sia del problema sia della sua soluzione. E’ necessario uno spostamento del paradigma finanziario al fine di promuovere lo sviluppo umano integrale”: è l’auspicio espresso oggi da Papa Francesco, parlando ai partecipanti alla Conferenza internazionale “Saving our Common Home and the Future of Life on Earth”, nel terzo anniversario dell’Enciclica “Laudato si’. Riferendosi, in particolare, al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, il Papa ha suggerito di “favorire riforme efficaci per uno sviluppo più inclusivo e sostenibile”. “La speranza – ha affermato – è che ‘la finanza ritorni ad essere uno strumento finalizzato alla miglior produzione di ricchezza e allo sviluppo’ così come alla cura dell’ambiente”. In questa “conversione dei cuori”, ha ricordato, “le religioni, in particolare le Chiese cristiane, hanno un ruolo-chiave da giocare”. Il Papa ha invitato a prestare attenzione particolare “a due gruppi di persone che sono in prima linea nella sfida ecologica integrale e che saranno al centro dei due prossimi Sinodi della Chiesa Cattolica: i giovani e i popoli indigeni, in modo speciale quelli dell’Amazzonia”. I giovani, perché “dovranno affrontare le conseguenze dell’attuale crisi ambientale e climatica”. Le comunità indigene perché vedono le loro terre  “espropriate e le loro culture calpestate da un atteggiamento predatorio, da nuove forme di colonialismo, alimentate dalla cultura dello spreco e dal consumismo”. Per i popoli indigeni, ha ricordato, “la terra non è un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identità e i loro valori.  Quanto possiamo imparare da loro!”.  Papa Francesco riconosce che la cura del creato “potrebbe sembrare un’impresa troppo ardua, perché ‘ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione per non vedere colpiti i suoi progetti”, ma “gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi”. Da qui il suo invito a lavorare per “il radicale cambiamento”: “L’ingiustizia non è invincibile”.

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