Otto italiani su 10 (79%) chiedono di far lavorare gratuitamente in attività di pubblica utilità gli immigrati in cambio dell’accoglienza, anche se per un periodo limitato. E’ quanto emerge dall’indagine Ue.Coop/Ixè presentata questa mattina all’assemblea elettiva nazionale dell’Unione europea delle Cooperative “Un’altra cooperazione”, in occasione della tavola rotonda “Immigrazione e lavoro”. A scatenare l’ostilità degli italiani nei confronti degli immigrati, sottolinea l’indagine, “è proprio il fatto di essere assistiti senza lavorare che infastidisce ben il 30% dei cittadini prima della paura per la delinquenza (29%)”. Non si riscontrano invece discriminazioni razziali; solo il 4% dice di essere preoccupato perché sono diversi e il 26% non si ritiene per nulla disturbato dalla loro presenza. Il lavoro è la leva principale dell’integrazione con attività di pubblica utilità ritenute necessarie per compensare l’aiuto ricevuto con vitto e alloggio nell’accoglienza. Nell’ordine, a giudizio degli italiani potrebbe essere utile impiegare il lavoro degli immigrati accolti nella cura del verde pubblico (57%), pulizia delle strade (54%), agricoltura (36%), tutela del patrimonio pubblico (30%), cura degli anziani (23%). Due terzi degli intervistati vedono con favore l’ipotesi di tirocini gratuiti, predefiniti nel tempo, in aziende private per “imparare un mestiere”. Più di 1 italiano su 2 sarebbe favorevole a coinvolgere gli immigrati nel recupero dei piccoli borghi abbandonati e per combattere lo spopolamento dei territori. “L’83% dei cittadini – precisa Ue.Coop – ritiene peraltro che gli immigrati, durante la loro permanenza in Italia, dovrebbero frequentare obbligatoriamente un corso di lingua italiana durante la fase di accoglienza”. Per il 50% “sono una risorsa per il Paese”.

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