Secondo i dati del Rapporto annuale dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) pubblicato oggi, l’85% dei rifugiati sono nei Paesi in via di sviluppo; molti di loro sono “disperatamente poveri e ricevono scarso sostengo”. Quattro rifugiati su cinque rimangono in Paesi vicini al proprio. Lo spostamento su larga scala oltre i confini riguarda quindi circa un terzo dei 68 milioni di sfollati globali, fa notare l’Unhcr. La fine dei conflitti in Siria, Afghanistan, Sudan del Sud, Myanmar o Somalia ridurrebbe in modo significativo i numeri. Se pochi sono i Paesi che generano sfollati su larga scala, altrettanto pochi sono i Paesi che ospitano grandi numeri: dieci Paesi hanno accolto il 63% dei rifugiati. La Turchia è stata anche nel 2017 il principale Paese ospitante rifugiati in termini di numeri assoluti, con 3,5 milioni di rifugiati, principalmente siriani; seguono Pakistan e Uganda con circa 1,4 milioni di rifugiati accolti; il Libano ne ha accolti 1 milione, la percentuale più alta rispetto alla popolazione nazionale. I rifugiati che nel 2017 sono riusciti a fare ritorno al Paese di origine sono stati 667.400, sebbene non siano note “le circostanze del loro ritorno”. Il rapporto Unhcr parla inoltre di 138.700 minori non accompagnati o separati dagli adulti nel 2017, dato che ritiene non sia attendibile per la “mancanza di informazioni” esaustive per questa “popolazione così vulnerabile”.

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