“Se qualcuno di voi non se la sente di diventare padre, per favore se ne vada, è meglio. Perché essere zitellone fa male alla Chiesa”. Non ha usato mezze misure il Papa, incontrando i seminaristi a marzo in Aula Paolo VI. Il testo integrale del discorso è stato pubblicato sul numero di oggi dell’Osservatore Romano (in distribuzione da ieri sera). Ai futuri preti, Francesco ha raccomandato la paternità spirituale: “Se voi non sapete accarezzare bene come padri e come fratelli, è possibile che il diavolo vi porti a pagare per accarezzare. State attenti. La capacità umana di essere padri. Con questo non si scherza: o tu sei padre, o sei patrigno. La capacità di essere padre è capacità di fecondità, è capacità di dare vita agli altri”. “Io non vi dico una cosa nuova, ma voi conoscete tanti, tanti sacerdoti che non sono padri, sono funzionari del sacro”, le parole di Francesco: “Sono impiegati di Dio buoni, fanno il loro mestiere ma non padri, non sanno dare vita, anzi, quanti fra noi sono zitelloni, che tu quando li senti predicare o li senti parlare hai voglia di domandare: Ma dimmi, cosa hai preso tu a colazione oggi? Caffelatte o aceto? Sono incapaci di generare vita negli altri, non sono fecondi”. “Ci sono tanti sacerdoti fecondi nascosti”, l’omaggio del Papa: “In Italia ce ne sono tanti, di questi parroci bravi: sono padri di un paese, conoscono la vita di tutti e la fanno crescere. A volte invece non si sa, ma si vede nel cuore, di tutti i giorni: quanti padri ci sono nei confessionali, e anche quanti zitelloni che spaventano la gente, tutti e due”. Poi Francesco è tornato sul tema delle chiacchiere: “Il chiacchiericcio è la lebbra! È la lebbra di un presbiterio!”. Quanto al rapporto con la gente, c’è una “brutta distanza” e una “buona distanza”, perché “il segreto del buon padre spirituale, del buon prete è avvicinarsi bene e allontanarsi bene. Voi sapete che ci sono alcuni che si avvicinano male o si allontanano male. No, non va”.

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