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La Chiesa è maschilista?

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Un lettore ci domanda: La Chiesa è maschilista?

Il nostro Teologo Nicola Rosetti risponde: L’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer SJ, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che verrà creato cardinale da Papa Francesco il prossimo 28 giugno, ha riaffermato quanto già stabilito nel 1994 da Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis e cioè che le donne non possono accedere al sacerdozio. Questa disposizione della Chiesa le ha attirato nel passato l’accusa di essere maschilista, accusa mai sopita, specialmente in un tempo come il nostro che ha fatto, giustamente, dell’uguaglianza dei sessi uno dei suoi valori irrinunciabili.

Ma davvero le cose stanno così? Veramente la Chiesa con il suo insegnamento discrimina le donne e le pone in una posizione di sottomissione? A ben vedere è proprio il contrario: nel panorama delle varie religioni, il cristianesimo è quella che maggiormente riconosce ed esalta l’importanza della donna. Cercheremo di rendere ragione di quanto appena affermato attraverso 10 considerazioni che ci mostrano come il cristianesimo riconosca il valore e la dignità della donna, al netto di tutte le mancanze che si sono verificate nel corso dei secoli e che si possono sempre correggere se ci si richiama all’ideale, cosa che non può invece avvenire laddove la donna è considerata in modo costitutivo inferiore all’uomo.

1) L’uomo e la donna sono creati a immagine e somiglianza di Dio. Nel libro della Genesi leggiamo “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina lo creò” (Gen 1,27). Quando la bibbia parla di “uomo” intende dire “essere umano”, nel suo duplice aspetto di maschile e di femminile. L’uomo e la donna, insieme, come coppia, sono a immagine di Dio. Nelle società antiche questa affermazione era tutt’altro che scontata. Per gli antichi greci, ad esempio, l’uomo era un vero essere umano, mentre la donna era un maschio uscito male. Inoltre, secondo alcuni filosofi, soltanto l’uomo era dotato di anima, al contrario della donna che ne era priva.

2) Gesù aveva delle discepole. Siamo abituati a leggere nei vangeli di incontri fra Gesù e delle donne come Marta, Maria o la Samaritana. Ma questa confidenza data al gentil sesso, ai tempi di Gesù, era tutt’altro che scontata. I maestri avevano in genere cinque discepoli maschi, ma mai nessuna discepola donna. Se è vero che gli apostoli erano tutti maschi (ed è questo il motivo per il quale ancora oggi la Chiesa ordina sacerdoti solo gli uomini) è altrettanto vero che Gesù compì una vera e propria rivoluzione chiamando le donne a seguirlo.

3) Le donne furono le prime testimoni della resurrezione. I vangeli ci narrano che furono proprio delle donne le prime a rendersi conto dell’evento centrale della religione cristiana: la resurrezione. Nella società ebraica del tempo, alla donna era impedito testimoniare in tribunale: Gesù scelse di manifestarsi risorto proprio a loro che erano tenute ai margini della vita civile e sociale.

4) La Madonna è la figura femminile più amata nel cristianesimo, specialmente dai cattolici e dagli ortodossi. Non c’è nelle altre religioni monoteiste un personaggio femminile tenuto in così grande considerazione come avviene per Maria nel cristianesimo. È vero che Maria compare nel Corano e che la Bibbia ebraica parla, ad esempio, delle mogli dei patriarchi, ma nessuna di esse è oggetto di venerazione come la Madonna.

5) La Chiesa venera molte sante. Non solo Maria, ma anche tante altre donne sono venerate dai cristiani: basta ricordare, solo a titolo d’esempio, Caterina d’Alessandria, Caterina da Siena, Chiara, Lucia, Agata e Agnese. È in questo back-ground culturale favorevole alla donna che nasce nel medioevo la poesia d’amore nella quale la donna è vista come via verso il divino. Una tale visione è documentata nella Divina Commedia, nella quale Dante si smarrisce e viene soccorso da Virgilio, che è stato inviato da tre donne benedette: la Madonna, Santa Lucia e Beatrice che si sono interessate della sua situazione e vogliono salvarlo.

6) Uomini e donne accedono al cristianesimo attraverso lo stesso sacramento: il battesimo. Sia nell’ebraismo che nell’islam il rito di iniziazione riguarda solo i maschi che vengono circoncisi. Nel cristianesimo, invece, tanto l’uomo quanto la donna vengono iniziati con lo stesso segno sacramentale.

7) Uomini e donne pregano insieme in chiesa. È per noi abituale entrare in chiesa e sederci tutti insieme, uomini e donne, l’uno accanto all’altro. Non avviene così nelle sinagoghe degli ebrei o nelle moschee dei musulmani, dove alle donne è riservato un apposito luogo per la preghiera.

8) Il matrimonio cristiano è valido solo se i diretti interessati, i coniugi, prestano un consenso libero. Una delle condizioni indispensabili perché il matrimonio sia valido è che esso sia celebrato in piena libertà. I contraenti hanno pari dignità e si accolgono vicendevolmente pronunciando la stessa formula. Non è così nel nikah, il matrimonio musulmano, dove il padre della sposa consegna la nubenda allo sposo che la accoglie, mentre lei rimane in silenzio.

9) Il matrimonio cristiano è monogamico. Un uomo può sposare una sola donna e viceversa. La monogamia esalta la dignità della donna, che invece non è riconosciuta nel contesto poligamico. Infatti, è come se, implicitamente, si dicesse alla donna: “Tu da sola non mi basti. Io per essere felice ho bisogno di tante donne”.

10) L’uomo e la donna hanno gli stessi obblighi di fedeltà. L’adulterio è considerato una colpa, tanto per l’uomo quanto per la donna. È una mentalità dura a morire in Occidente quella secondo cui un uomo che ha molte donne è un playboy, mentre la donna che ha molti uomini è una poco di buono.