L’amministrazione Trump ha annunciato che pubblicherà nuove norme per separare l’aborto dal programma di Pianificazione familiare, noto come titolo X e isitituito negli anni ’70 per offrire assistenza sanitaria alle donne in situazioni disagiate. “La notizia è necessaria e profondamente apprezzata”, ha commentato il cardinale Timothy Dolan, presidente della Commissione pro-life della Conferenza episcopale americana. “L’aborto non solo toglie per sempre la vita ad un bambino, ma spesso danneggia la madre, i figli sopravvissuti e l’intera famiglia – ha continuato Dolan -. Gli americani riconoscono che l’aborto è diverso dalla pianificazione familiare e non può aver spazio in un programma finanziato dai contribuenti, ma per troppo tempo il titolo X è stato utilizzato per sovvenzionare l’industria dell’aborto”. Il presidente della Commissione pro-life si riserva di fornire commenti appena la proposta verrà resa pubblica, in modo da distinguere chiaramente il lavoro di pianificazione familiare dalle pratiche abortiste, che pur proibite nel disegno iniziale del titolo X in realtà negli anni sono state associate al programma, finanziato nel 2017 con 286,5 milioni di dollari. “Questo è un tentativo di togliere i diritti fondamentali delle donne”, secondo Dawn Laguens, vicepresidente esecutivo della Planned Parenthood Federation of America. “Secondo questa norma, le persone più povere non riceveranno l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno, non otterranno il controllo alla nascita, screening del cancro, test e trattamenti Std, o anche esami generali di salute delle donne”. Planned Parenthood sarà tra le agenzie più colpite dalla proposta di legge: assistendo il 41% dei 4 milioni di pazienti che richiedono questi servizi, rischia di perdere fino a 60 milioni di dollari l’anno per le sue scelte abortive. In tanti, poi, vedono nell’azione di Trump un tentativo per ingraziarsi i cristiani evangelici in vista della prossima tornata elettorale. In realtà la proposta che da giovedì è sul tavolo dell’Ufficio di bilancio della Casa Bianca per una revisione generale proibisce l’uso di fondi federali che dirigono la pianificazione familiare verso l’aborto, che andrebbe invece sostenuto solo con fondi privati. Jeanne F. Mancini, presidente del gruppo che organizza l’annuale Marcia per la vita, ha elogiato il provvedimento perchè “i soldi verranno ora reindirizzati a centri sanitari e di pianificazione della famiglia che non praticano l’aborto e che non spacciano l’aborto per assistenza sanitaria”.

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