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A tu per tu con Antonella Baiocchi, Assessore alle Pari Opportunità

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La psiche in Comune è un ciclo di conferenze dedicato ai temi della socialità e della relazione promosso dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune. Per conoscere meglio questa iniziativa, abbiamo intervistato Antonella Baiocchi, Assessore alle Pari Opportunità.

Come è nata l’iniziativa?
L’idea di creare il ciclo Psiche in comune è sorta dalla profonda consapevolezza che la chiave della serenità e dell’armonia nella relazione con se stessi e con gli altri risiede “dentro di noi” per l’esattezza nella conoscenza e padronanza del mondo interiore. Nel 2018, purtroppo, la gran parte di persone è ancora affetta da analfabetismo psicologico, cioè ignora l’ABC del funzionamento della psiche con gravi conseguenze. Molti, ad esempio, per orientarsi nella vita e per ogni decisione fanno riferimento alle proprie mappe mentali (spesso contenenti dei virus) che vengono consultate in modo automatico e inconsapevole e che quindi sono indotti necessariamente a scelte e comportamenti controproducenti. I sintomi e l’intensità del dolore che si prova davanti agli ostacoli della vita dipendono prevalentemente dalla qualità discutibile di queste mappe mentali: le persone per star bene cercano sempre di cambiare gli altri e ciò che è fuori da se stessi, invece il lavoro principale da fare è dentro di sé nella individuazione e modifica delle parti fallaci delle mappe che si utilizzano per orientarsi nella vita. Se si modificano le mappe di riferimento si modifica anche il modo di interpretare gli eventi ed aumenta la capacità di resilienza, cioè di non spezzarsi davanti ai problemi della vita.

Secondo lei, questa iniziativa risponde ad un bisogno reale in città?
Questa iniziativa risponde ad una reale esigenza, non solo della nostra cittadinanza ma dell’umanità in genere: la mancata conoscenza della psiche va considerata come una delle attuali principali piaghe della nostra umanità.

Sono molte le persone che si rivolgono al comune chiedendo aiuto su questo tema?
Tra i cittadini c’è un interesse altissimo nei confronti della conoscenza di modalità per stemperare i conflitti familiari, esasperati anche dai problemi economici, per fronteggiare le ansie per la precarietà del futuro, per fronteggiare il panico e l’angoscia, tutte le conseguenze del terremoto e dei terremoti della vita. Inoltre, non dimentichiamo che, come Assessore alle Pari Opportunità, agli Stranieri e alla Pace, ho tra i miei impegni quello di promuovere il rispetto tra le diversità: della donna, come di ogni interlocutore, soprattutto se appartenente alle fasce deboli. Questo impegno non si può perseguire senza divulgare l’importanza della conoscenza della psiche e del cambiamento delle parti fallaci delle mappe mentali che impediscono di tradurre nella pratica concetti come il reciproco rispetto, il perdono e l’amore a cui tantissime brave persone ambiscono.

Qual è stata la risposta dei cittadini?
L’invito a queste conferenze è stato effettuato prevalentemente tramite il passaparola, articoli sui maggiori quotidiani locali e invito tramite messaggio WhatsApp. Solitamente si raduna di media una quarantina di persone. Il grado di soddisfazione è sempre altissimo da parte dei partecipanti.

Quale tema le sta più a cuore tra quelli messi in agenda?
Cerco di proporre ai nostri cittadini gli argomenti che più sono vicini e la loro vita quotidiana. Abbiamo affrontato ad oggi molti argomenti che verranno ripresi anche in futuro, tra cui gli eventi stressanti conseguenti al terremoto, le barriere architettoniche e mentali, l’epilessia, ma tra tutti mi sta sicuramente molto a cuore il tema inerente all’importanza del ruolo dei genitori nella formazione della personalità e delle mappe mentali che poi l’adulto userà per orientarsi nella vita e il tema della violenza nell’ambito domestico e nella relazione. Mi sta estremamente a cuore contrastare l’attuale ideologia che contrappone il maschio carnefice alla donna vittima: la donna è senz’altro vittima dal punto di vista statistico, ma il problema della violenza va visto da un’angolazione diversa e molto più ampia che con il dottor Vincenzo Luciani, abbiamo riassunto nell’innovativo convegno La violenza non ha sesso.