Riccardo Benotti

“Non stancatevi di cercare con umiltà la verità, a partire dalla frequentazione abituale della Buona Notizia del Vangelo. Sia questa la linea editoriale, a cui legare la vostra integrità: la professione vi reclama tali, tanto alta è la sua dignità. Avrete, allora, luce per il discernimento e parole vere per cogliere la realtà e chiamarla per nome, evitando di ridurla a una sua caricatura”. È l’invito rivolto oggi da Papa Francesco ai dirigenti e al personale di “Avvenire”, ricevuti in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano per la ricorrenza dei cinquant’anni del quotidiano. “Lasciatevi interrogare da quello che accade. Ascoltate, approfondite, confrontatevi. State lontani dai vicoli ciechi in cui si dibatte chi presume di aver già capito tutto. Contribuite a superare le contrapposizioni sterili e dannose. Con la testimonianza del vostro lavoro fatevi compagni di strada di chiunque si spende per la giustizia e la pace”.

Maggiore sinergia. A rivolgere un saluto introduttivo a Francesco è stato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che ha parlato di “Avvenire” come di “un quotidiano che si distingue per autorevolezza di tratto e di contenuti”,

“un punto di riferimento per le nostre comunità e, più in generale, anche per il vasto mondo della comunicazione e della cultura del nostro Paese”.

Il cardinale ha ricordato anche le altre testate della Cei “che celebrano a loro volta anniversari significativi: penso ai trent’anni dell’Agenzia SIR e ai venti di Tv2000 e del Circuito radiofonico Inblu”: “In un momento di repentine trasformazioni, intendiamo vivere queste tappe come un richiamo a far sempre più nostre le Sue indicazioni a ricercare e promuovere una maggiore sinergia tra i nostri media, per una presenza qualificata e significativa, capace di informare e di formare”.

Partire dalle periferie. Il Papa ha invitato a “superare la tentazione di non vedere, di allontanare o escludere” e incoraggiato “a non discriminare; a non considerare nessuno come eccedente; a non accontentarvi di quello che vedono tutti. Nessuno detti la vostra agenda, tranne i poveri, gli ultimi, i sofferenti.

Non ingrossate le fila di quanti corrono a raccontare quella parte di realtà che è già illuminata dai riflettori del mondo.

Partite dalle periferie, consapevoli che non sono la fine, ma l’inizio della città”. Francesco, quindi, ha incoraggiato “a custodire lo spessore del presente; a rifuggire l’informazione di facile consumo, che non impegna; a ricostruire i contesti e spiegare le cause; ad avvicinare sempre le persone con grande rispetto; a scommettere sui legami che costituiscono e rafforzano la comunità”.

Testimonianza appassionata e gioiosa. Per il Santo Padre, “c’è bisogno di dar voce ai valori incarnati nella memoria collettiva e alle riserve culturali e spirituali del popolo; di contribuire a portare nel mondo sociale, politico ed economico la sensibilità e gli orientamenti della Dottrina sociale della Chiesa, essendone, noi per primi, fedeli interpreti e testimoni”.

“Non abbiate paura di essere coinvolti.

Le parole – quelle vere – pesano: le sostiene solo chi le incarna nella vita. La testimonianza, del resto, concorre alla vostra stessa affidabilità. Una testimonianza appassionata e gioiosa”, ha concluso Francesco.

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