“Da adesso in poi non pubblicheremo più dichiarazioni né rilasceremo interviste”. È Thomas Evans, papà del piccolo Alfie che nella serata di ieri sui social ha diffuso una dichiarazione “a nome suo e di Kate”, la moglie, per chiedere di permettere loro e all’Ospedale “di formare una relazione, costruire un ponte e attraversarlo”. “Le nostre vite sono state stravolte dall’intensa attenzione su Alfie e la sua situazione”, si legge nel breve testo la cui foto è stata pubblicata sul profilo dell’“Armata di Alfie”, “e noi non siamo riusciti a vivere le nostre vite come avremmo voluto”. Esprimono “gratitudine” per tutto il sostegno ricevuto da ogni parte del mondo e ringraziano anche lo staff dell’Adler Hey per la “dignità e la professionalità durante un periodo che deve essere stato incredibilmente difficile anche per loro”. “Insieme siamo consapevoli delle pressioni che gli eventi recenti hanno esercitato su tutti noi e adesso desideriamo privacy per tutte le persone coinvolte”, scrivono ancora i genitori di Alfie. “Nell’interesse di Alfie lavoreremo con l’équipe che lo tratta per definire un programma che offra al nostro bambino la dignità e l’aiuto di cui ha bisogno”. La foto del messaggio è accompagnata da alcune parole di Thomas Evans che spiega “se questo è il modo per portare il nostro figlio a casa, vi chiediamo di rispettarci. Continuate a sostenerci ma non protestate e non minacciate lo staff”.

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