Lo scorso 26 febbraio nella centralissima chiesa di Sant’Ignazio di Loyola si è celebrata una Santa Messa in occasione dei 140 anni della morte del padre gesuita Angelo Secchi, del quale ricorrono quest’anno anche i 200 anni dalla nascita. Il religioso di origine emiliana è una di quelle figure che riescono con un colpo solo a sfatare il mito di una Chiesa nemica della scienza e del progresso, mito tanto falso quanto duro a morire, che abbiamo (purtroppo) ereditato dalla cultura illuminista e positivista.

Il profilo umano, religioso e scientifico di padre Angelo Secchi è stato ricordato durante l’omelia da Mons. Luis Ladaria, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il testo è stato trascritto e riproposto da La Civiltà Cattolica in uscita sabato 21 aprile.

Durante l’omelia, Mons. Luis Ladaria ha ripercorso la vicenda umana di padre Angelo Secchi, inevitabilmente intrecciata con le trasformazioni sociali e politiche del suo tempo: “Subito dopo la sua ordinazione sacerdotale, avvenuta nel 1847, i moti risorgimentali che portarono a creare la Repubblica Romana costrinsero i padri gesuiti ad allontanarsi da Roma, in esilio volontario. Così p. Secchi andò in Inghilterra, e dopo pochi mesi si spostò al Collegio di Georgetown, a Washington, dove insegnò matematica e fisica. Il soggiorno americano fu molto importante per la sua formazione scientifica, per l’aggiornamento sui nuovi sviluppi teorici della fisica e, in particolare, sui nuovi metodi della meteorologia dinamica. Intanto la Repubblica Romana ebbe breve durata e, alla sua caduta, i padri gesuiti poterono ritornare al Collegio Romano. Allora p. Secchi fu designato come direttore dell’Osservatorio astronomico. Nel corso della sua direzione intraprese la profonda riorganizzazione dell’Osservatorio, portandolo a figurare come il primo osservatorio astrofisico del mondo. Infatti, grazie alla strumentazione della quale era dotato, esso fu tra i primi a occuparsi dello studio fisico dei corpi celesti, soprattutto attraverso tecniche allora in via di sviluppo, quali la spettroscopia. Nasceva così la moderna astrofisica.Nel corso di pochi anni p. Secchi riuscì a osservare e catalogare oltre 4.000 spettri stellari, introducendo una delle prime classificazioni delle stelle, punto di riferimento imprescindibile per gli studi successivi in questo settore scientifico. P. Secchi è considerato anche tra gli iniziatori della fisica solare, alla quale è dedicato il suo trattato Le soleil (1870). Tra le sue pubblicazioni più importanti, si ricordano L’unità delle forze fisiche (1864) e Le stelle. Saggio di astronomia siderale (1877)”.

La sua figura brilla come luminoso esempio di armonia fra scienza e fede. Egli fu sempre fedele alla sua doppia vocazione di scienziato e sacerdote, come sottolineato da Mons. Luis Ladaria: “Nella sua vita p. Secchi fu sempre animato da un grande amore per la verità, tenacemente perseguita con i mezzi della scienza e con i princìpi della fede. Fu sempre sostenuto dalla certezza che le visioni del mondo che la fede e la scienza forniscono all’uomo sono armoniche e complementari. La sua testimonianza si inserisce così pienamente nella tradizione della Chiesa, secondo la quale la luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio, perciò non possono contraddirsi tra loro”.

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