“Gli adulti hanno perduto il contatto con i giovani perché sono rimasti in un circuito di interessi autoreferenziali senza guardare alle loro attese e alla loro condizione”. È l’analisi di mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Cei, per il quale “la distanza che vediamo sul piano ecclesiale, la sperimentiamo in generale nel rapporto tra giovani e adulti”. “Non siamo preparati a capire cosa sta cambiando: i nostri schemi, la nostra mentalità è fatta di abitudini ancorate a schemi consolidati nel tempo”, ha rilevato il vescovo che ha preso parte al Convegno nazionale dei responsabili diocesani e regionali della pastorale della scuola e dell’Irc, in corso a Roma. “La vera sfida – ha osservato – è capire cosa la Chiesa può fare per avvicinarsi ai giovani, capendo cosa sta succedendo”. In questo senso, il Sinodo rappresenta “un’occasione per riflettere su quello che sta cambiando così profondamente nel mondo dei giovani, in quello della fede e nel loro rapporto reciproco”. Se per un verso “la distanza c’è e cresce, per altri versi c’è possibilità di creare legami forti, così come il Sinodo sta cercando di fare”.

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