“Un nuovo progetto abitativo per le giovani famiglie che vogliono restare a vivere nel loro Paese”: è l’iniziativa lanciata dall’arcivescovo greco-cattolico di Aleppo, mons. Jean-Clement Jeanbart, per fronteggiare l’emigrazione cristiana dalla città siriana. A darne notizia è lo stesso arcivescovo in una lettera di Pasqua inviata al Sir in cui gioisce per “i barlumi di speranza che si vedono all’orizzonte dopo la liberazione di Aleppo. Domenica delle Palme – scrive mons. Jeanbart – abbiamo distribuito oltre 1500 comunioni ai tanti fedeli accorsi per l’inizio della Settimana Santa. Un numero che ci esorta a proseguire sulla strada della solidarietà, della condivisione e dell’aiuto concreto”. In questa direzione va anche un altro progetto già avviato e che ha trovato “in altri benefattori nuova linfa”. Si tratta di “Aleppo ti sta aspettando” rivolto invece a tutte quelle famiglie che sono già andate via e che esitano a fare ritorno. L’iniziativa, spiega l’arcivescovo, “consiste nel finanziare i costi di viaggio e di re-insediamento delle famiglie che scelgono di tornare. Fino ad oggi abbiamo sostenuto il rientro di 35 famiglie ma molte altre stanno prendendo in considerazione la possibilità di tornare, complice anche l’aumento della sicurezza e la ripresa dei servizi pubblici, come acqua e energia elettrica, tornati a livelli di sufficienza. Anche la vita economica sta riprendendo vigore e siamo molto felici di vedere i giovani, che stiamo preparando nel nostro centro di formazione professionale, trovare un posto di lavoro”. L’arcidiocesi greco-cattolica è  capofila anche di un’altra iniziativa, “Costruire per restare”, “capace – afferma con orgoglio mons. Jeanbart – di restaurare in questi mesi 800 appartamenti e circa 50 negozi e aziende danneggiati dalle bombe. Il fondo di solidarietà che abbiamo attivato ha concesso fino ad ora 200 prestiti gratuiti per aiutare i nostri giovani a intraprendere piccoli progetti che permettano loro di vivere con dignità e guardare avanti con fiducia”. Tutte opere-segno che in sette anni di guerra, aggiunge il presule, “mi hanno mostrato la presenza del Maestro che ci ha accompagnato e protetto”. Mons. Jeanbart è stato bersaglio più volte di bombardamenti ribelli e ha visto la sua residenza, il palazzo arcivescovile e la cattedrale colpiti da più di 70 missili che li hanno resi inutilizzabili. “In tutto ciò – conclude mons. Jeanbart – la Provvidenza di Dio non ci ha mai dimenticati. Facciamo memoria della sua bontà in questa Pasqua”.

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