ACQUAVIVA PICENA – Mercoledì 14 marzo si è tenuta, presso la Sala del Palio, la seconda delle tre cene di fraternità “Insieme Per-dono”, organizzate dalla parrocchia di San Niccolò come momento di riflessione e di cammino comunitario nel periodo quaresimale. Ad occuparsi dell’organizzazione della seconda cena è stato il gruppo CARITAS di Acquaviva Picena. Terminata la cena di fraternità, Suor Charo di “Casa Irene” ha ripreso il discorso sul sacramento della riconciliazione. Nella prima serata si è partiti dalla domanda “Perché confessarci?”, perché siamo esseri in relazione e abbiamo bisogno di uscire da noi per confrontarci con le altre persone ma soprattutto con noi stessi e riconciliarci. Nella seconda serata si è partiti dalla domanda “Cosa confessare?” quindi l’esame di coscienza. Suor Charo ha posto a tutti la seguente domanda:”Siete la cosa più importante per voi?”. Se il comandamento dell’amore ci dice ‘amerai il prossimo tuo come te stesso’, come possiamo farlo se noi non ci amiamo veramente? Se non siamo importanti per noi, nessun altro lo sarà. Spesso capita, durante la confessione, che parliamo di ciò che ci fa soffrire o che non capiamo, e non di ciò che abbiamo fatto o non fatto; questi sono momenti in cui tiriamo fuori ciò che ci disturba e che non ci aiuta ad andare avanti e in questo modo realizziamo cosa dobbiamo cambiare. Nel momento in cui scegliamo di aprirci e di aprire la nostra coscienza, siamo liberi di modificare il nostro atteggiamento e, in questo caso, la confessione ci aiuta a cambiare veramente. Il Signore, quindi, ci accoglie e ci abbraccia perché nella confessione il vero atteggiamento è quello dell’amore di un Dio che ci ha creato perché ci ha voluto, che vive dentro di noi perché lo vuole e che ci fa partecipi di tutto quello che ha creato e che esiste.

Padre Claudio, riallacciandosi alla parabola del figliol prodigo, di cui si era parlato durante la prima serata, ha sottolineato che bisogna essere coscienti di quello che si è fatto: il figliol prodigo parte dal ricordo della casa del padre, dove era amato, quindi con coraggio riconosce di aver sbagliato e al suo ritorno il padre non lo accoglie con il rimprovero ma con un abbraccio e una festa, non dice altro. In un altro brano del Vangelo, Gesù entra nella casa di Zaccheo semplicemente per stare con lui, anche in questo caso è Zaccheo che prende coscienza di aver sbagliato, di aver rubato: è lui stesso che dice a Gesù «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto» e decide di cambiare.

Don Alfredo ha concluso che è importante rendere umana la riconciliazione con una relazione, con il dialogo e l’ascolto, lo sguardo e l’abbraccio, perché altrimenti usciamo dalla confessione ancora ripiegati su noi stessi, senza che qualcosa sia cambiato in noi. Nella confessione bisogna ripartire dalle cose belle della vita, dal dire grazie per la bontà di Dio per poi parlare dei nostri limiti e infine della nostra fede, perché nonostante tutto non ci scoraggiamo e continuiamo a credere, perché anche quando sbagliamo non smettiamo di essere importanti per Dio. La presa di coscienza di tutto questo ci aiuta ad uscire dalla confessione cambiati.

La terza serata di ‘Insieme Per-dono’ si terrà mercoledì 21 marzo, la cena verrà preparata dalle suore del Piccolo Fiore di Betania. Chi vuole partecipare può rivolgersi in parrocchia per prenotare.

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