Patrizia Neroni

DIOCESI – Presso la Caritas diocesana di San Benedetto del Tronto si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione del progetto Casa Gioiosa di Montemonaco, alla presenza del vescovo Carlo Bresciani, del vice presidente della Fondazione Carisap dott. Remoli e di don Luca Rammella parroco di Force e responsabile di Casa Gioiosa. L

a Fondazione Carisap ha stanziato sei milioni di euro da destinare alle zone colpite dal terremoto affinché siano riavviate in campo economico, sociale e turistico. La Diocesi di San Benedetto del Tronto ha presentato un progetto su Casa Gioiosa non perché la struttura abbia subito lesioni dovute al terremoto, ma perché necessita di una messa a norma di alcune parti dell’edificio.
Casa Gioiosa nasce nel 1954 sulle fondamenta di un vecchio mulino, come casa di accoglienza-scuola-convitto per ragazzini poveri delle zone vicino a Montemonaco. Poi con il tempo ha modificato la sua funzione, soprattutto negli anni sessanta/settanta con don Settimio Vallorani quando la struttura divenne un fiorente luogo dove tanti ragazzi si ritrovavano soprattutto in estate a pregare e a socializzare, ragazzi provenienti da diverse parrocchie. Il primo a prendere la parola è stato Monsignor Bresciani: “In modo particolare ringrazio della presenza il dott. Remoli vice presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e don Luca Rammella responsabile di Casa Gioiosa. A causa del terremoto molte case ed edifici in genere sono divenuti inagibili, ma nessuna lesione è stata riportata da Casa Gioiosa. Il nostro problema nasce nel dover mettere a norma la struttura.

Come voi sapete la legislazione a riguardo cambia di giorno in giorno e sempre più celermente così la Diocesi ha presentato un progetto alla Fondazione ed è stato accettato. Anche la chiesa di Casa Gioiosa non ha subito danni ed ora è divenuta parrocchia di quelle zone. Ringrazio vivamente la Fondazione e il Signore, perché la Divina Provvidenza passa attraverso gli uomini, ma proviene da Dio”.

Il dott. Remoli ha affermato: “Il vostro interesse verso i territori dell’entroterra mi riempie di profonda gioia. L’utilizzo di Casa Gioiosa per gruppi più o meno numerosi, per ritiri e sana socializzazione crea il rivitalizzarsi di tutti i paesi confinanti, si riforma una rete di incremento economico, sociale e ferma il fenomeno dello spopolamento dai luoghi di montagna. Si crea un flusso turistico positivo per l’entroterra. Il nostro progetto Masterplan, nel quale abbiamo destinato una grossa somma, si prefigge di essere un aiuto per la ripartenza di determinate zone fortemente colpite dal recente sisma. Noi crediamo nella realtà Casa Gioiosa e abbiamo accettato di sostenere la vostra parrocchia”.

Don Luca si è soffermato soprattutto sull’aspetto tecnico del progetto: “la cucina necessita di modifiche, l’ascensore dovrà rendersi disponibile per i disabili, gli impianti di riscaldamento hanno bisogno di modifiche e altro ancora. La struttura non ha subito danni e pensiamo di poter essere disponibili per fine giugno, abbiamo già prenotazioni con elevati numeri di ospiti, si parla di cento/centosessanta ospiti.
Non sono in grado di quantificare la somma necessaria per tutti i lavori, ma vi posso assicurare che abbiamo iniziato a sistemare già qualcosa. Camminiamo un passo alla volta con l’aiuto del Signore. Gli abitanti di Montemonaco e dintorni hanno accolto con immensa gioia la notizia riguardante la disponibilità dei fondi da parte della Fondazione, perché il terremoto ha lesionato gli edifici e anche il morale della gente. Questo sarà un modo per socializzare, sostenere l’economia e favorire la rinascita  di zone in difficoltà che però hanno il desiderio di ripartire. Le leggi che si occupano della messa a norma degli edifici cambiano continuamente e il nostro compito è anche quello di studiarle rendendo il nostro lavoro ancora più faticoso”.

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