DIOCESI – La Corte europea dei diritti umani legittima e difende l’uso di simboli religiosi nelle pubblicità, e condanna la Lituania per aver multato un’azienda che si è servita di Gesù e Maria su poster e internet per vendere vestiti. Leggi la notizia 

Abbiamo sentito in merito a questa vicenza il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto – Mons. Carlo Bresciani.

Vescovo Bresciani, Padre Francesco Occhetta, ha commentato la notizia affermando: “Le religioni e la politica, ovunque e a tutti i livelli, devono lavorare insieme per il rispetto della credenza dell’altro. E i giudici dovrebbero garantire e custodire questo sforzo.
La sentenza salva il principio di laicità? No, perchè la laicità si fonda sempre sul rispetto della libertà religiosa che non può né offendere né ledere”.
“Per i credenti il Corpo di Cristo e quello di Maria sono il centro della fede, la ragione della vita. In quell’immagine c’è già tutto. Vederla profanare, turba. Tocca il cuore della nostra credenza, umilia le nostra comunità che credono. Se c’è una forza che anima e nutre i cristiani è il modo in cui Maria e Cristo hanno deciso di vivere il corpo ed essere corpo nella storia degli uomini.
Se la pubblicità avesse ironizzato sullo Ior, la riforma della curia, il prete di turno che si presta… sarebbe stato diverso. Ma ironizzare sulle immagini di Maria e di Gesù, è proprio stato segno di immaturità… e diciamolo anche di pubblicità scorretta.
E poi dover leggere che i giudici evidenziano che le pubblicità in questione “non sembrano essere gratuitamente offensive o profane”. Povera Europa!!!”

Eccellenza Lei cosa pensa a riguardo?
Vescovo Bresciani: “Stupisce una certa interpretazione della libertà a senso unico sempre più diffusa nell’occidente.

Sembra proprio che l’Europa voglia distruggere il rispetto della libertà religiosa dei cristiani, non di rado con la motivazione del rispetto della libertà di altri.

Stupisce ancora di più che questo avvenga anche attraverso sentenze di altissimi tribunali internazionali.
Non è certo da auspicare l’imposizione di una fede a chi non la vuole accettare, ma è doveroso richiedere a tutti il rispetto dei simboli e dei sentimenti religiosi più cari a chi appartiene alla religione cristiana (o ad altre religioni), oltretutto in una nazione fortemente connotata da quella religione, come è la Lituania.
Gesù e Maria per i cristiani non sono solo simboli, sono molto di più: usarli per propagandare i propri prodotti, in questo caso di abbigliamento, oltretutto alterandone l’aspetto, non è questione di libertà, ma degenerazione dell’uso della libertà calpestando i sentimenti altrui, oltre che di cattivo gusto. Correttamente ha affermato papa Francesco, se si tutela “il diritto di espressione, si dovrebbe tutelare anche il diritto a non vedere umiliato il proprio sentimento religioso”.

Rivendico il diritto a non vedere umiliati in quel modo Gesù e Maria e i miei sentimenti religiosi nei loro confronti.

Per me, una è madre di Dio e mia e l’altro Figlio di Dio e fratello.
Mi domando se questo modo di usare immagini di persone ritenute sacre sarebbe accettato per altre religioni, che magari con modi più violenti rifiutano qualsiasi abuso nei confronti delle persone da loro ritenute sacre”.

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