“La lotta per l’affermarsi della libertà religiosa è ben lungi dall’essere vinta”. Lo ha detto il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, intervenendo ad un incontro alla Pontificia Università Gregoriana, organizzato dall’ambasciata britannica presso la Santa Sede, con a tema la libertà religiosa. E “sono proprio i martiri della libertà religiosa, di ieri e di oggi, a invitarci a vivere queste sfide non con spirito di rivalsa o quasi fossimo parte di un ente di propaganda politica, ma con l’atteggiamento dei credenti”. Partendo dalla sua esperienza di prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, il cardinale ha ribadito che “chi ha visto e vede messo in discussione questo diritto fondamentale della persona umana, ci testimonia un’adesione al Signore profonda e incarnata, sprigiona e libera dall’intimo del suo cuore una capacità di ‘dare del tu a Dio’ che fa bene alla nostra fede in Occidente, a volte sin troppo assopita”. “Giova a tutti ricordare – ha aggiunto – che anche per la Chiesa cattolica l’affermazione della libertà religiosa ha richiesto un cammino di una progressiva consapevolezza, che ha attraversato alterne vicende. Se nel passato anche noi abbiamo pensato che il Vangelo si preservasse perché il sistema sociale lo imponeva come prevalente, e per difendere il sistema più che il Vangelo taluni sono caduti in atteggiamenti poco evangelici, ecco che la nostra disposizione attuale verso altri fratelli in umanità deve essere non tanto quello di condanna, ma di un perenne invito a rimettersi ogni giorno in cammino”. Snodo importante in questo “cammino” è la Dichiarazione conciliare “Dignitatis Humanae”, così come i tanti interventi sul tema della libertà religiosa da parte della Segreteria di Stato come degli Osservatori della Santa Sede presso diverse Istituzioni internazionali. “Discorsi – ha affermato il card. Sandri – che non mirano soltanto a difendere i tanti cristiani fatti oggetto di persecuzione” ma promuovono l’affermazione di questo diritto per tutti. Una battaglia “di umanità” e “per l’umanità, che ha la sua radice nel Vangelo”. E lo sguardo è rivolto anche all’Occidente, basti pensare “al rispetto dell’obiezione di coscienza di fronte ad alcune pratiche biomediche che vanno contro le proprie convinzioni più profonde”. In Oriente come in Occidente, “abbiamo ancora e sempre più bisogno, di testimoni credibili di questo cammino”, ha concluso il prefetto indicando la figura di don Andrea Santoro, prete della diocesi di Roma ucciso in Turchia dodici anni fa, un convinto fautore del dialogo.

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