“Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito. Accompagnare, discernere, integrare” è il titolo della Nota elaborata dai vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta per offrire alcuni orientamenti e dare attuazione all’esortazione Amoris laetitia. Per affrontare concretamente la realtà di chi vive una situazione familiare ferita o lacerata la Nota, diffusa oggi, riprende dal cap. VIII di Amoris laetitia, tre passi tra loro connessi: accompagnare, discernere, integrare. Il primo passo, si legge in un comunicato, “suggerisce un accompagnamento di coppia in un clima di ascolto”. Per questo, la Nota invita ogni diocesi a dotarsi di uno “spazio d’accoglienza”, in cui si potranno valutare le diverse situazioni. Quanto al discernimento, il documento insiste sul fatto che avviene in un dialogo disteso nel tempo, tra il sacerdote e la coppia o anche soltanto uno dei coniugi. Tale compito è affidato a tutti i sacerdoti, che possono seguire le coppie in questo cammino. Per l’integrazione, la Nota distingue le semplici convivenze; gli sposati solo civilmente; coloro che sono separati (o anche divorziati) e restano in questa condizione; i separati divorziati risposati civilmente. “Nei primi due casi, l’integrazione consiste nell’accompagnare verso il sacramento del matrimonio ‘cristiano’, accompagnando la coppia a riflettere sulla definitività della scelta e sulla realtà del sacramento”. Mentre per i separati e/o divorziati rimasti tali, non vi è alcun impedimento alla testimonianza ecclesiale e alla vita sacramentale, per i divorziati risposati civilmente “l’integrazione deve realizzarsi distinguendo tra situazioni molto diverse”. Sulla partecipazione alla vita della Chiesa, la Nota richiama l’esigenza di discernere quali delle diverse forme di limitazioni attualmente praticati in campo liturgico, pastorale, educativo ed istituzionale possono essere superate: a questo proposito, sono date anche indicazioni pastorali sul tema dei padrini e delle madrine.

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