L’oppressione islamica continua a essere la fonte principale di persecuzione dei cristiani, non confermandosi solamente ma estendendo la sua morsa in varie aree”, si legge nel World Watch List 2018, l’annuale “rapporto sulla libertà religiosa dei cristiani nel mondo” di Porte aperte. Ma aumenta anche il fattore “nazionalismo religioso come prorompente fonte di persecuzione anti-cristiana (e di altre minoranze)”, come ad esempio in India. “L’intolleranza sociale e lo sfruttamento politico di tale intolleranza sono il veleno di questo periodo storico”, ha dichiarato Cristian Nani, il direttore di Porte aperte. Secondo il Rapporto 2018, 3.066 cristiani sono stati uccisi a causa della loro fede, 15.540 gli edifici di cristiani attaccati (chiese, case private e negozi). La persecuzione anti-cristiana “va ben oltre” questi numeri: la si legge anche nei 1.922 cristiani detenuti senza un processo, nei 1.252 rapiti, negli oltre mille stupri, così come nei 1.240 matrimoni forzati e nei 33.255 cristiani “fisicamente o mentalmente abusati”. Sono tutte “vite devastate a causa di una scelta di fede”, sottolinea Nani che ribadisce: si tratta di “cifre che purtroppo sono da considerare punti di partenza poiché potenzialmente enorme è la realtà sommersa dei crimini non denunciati o non registrati contro i cristiani in molti Paesi”. Secondo Porte aperte i cristiani perseguitati in Africa sono 81,14 milioni (38%), in Asia e Medio Oriente 113,31 milioni (53%), in America Latina 20,05 milioni (9%), nel resto del mondo 11.800 (0,01%)

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