Chi ha detto che il mondo è un “numero” non ha pensato alle percentuali e agli Euro, che ci stanno facendo impazzire in questi giorni, perché, altrimenti, avrebbe dovuto aggiungere, sconsolando qualche scienziato, che anche la matematica potrebbe essere un’opinione. E la Befana c’è dentro se è vero che, sempre in percentuale, come affermano alcuni noti quotidiani, i bimbi la cercano e l’aspettano in costosi giocattoli.
Che nostalgia suscita in noi di una certa età, il ricordo delle paure notturne a decifrare ogni rumore, quando tra le ombre di una candela protetta dalla mano, sbirciavi tra le rotondità di qualche arancia, alla ricerca della parvenza di un giocattolo. “La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte…”. Era la nostra Befana, adesso ha messo le scarpe “griffate”. E la scopa? Con Harrj Potter e le “bombe intelligenti”, male che vada, si presenterà in spider, magari a bordo di una rossa Ferrari o di una station wagon. Solo così potrà avere un certo credito presso i nostri ragazzi, alle richieste esigenti e ben reclamizzate. Sembra che sotto l’albero, quest’anno Babbo natale non sia stato all’altezza delle richieste, lasciando molti nostri figli e nipoti, insoddisfatti. Nonostante un mare di giocattoli e senza badare a spese, i bimbi sono in attesa della Befana, sperando in qualcosa di più e di nuovo. Sarà mai possibile? La minaccia della cenere e carbone non funziona più, tanto i ragazzi di oggi sanno che basta insistere un po’ con qualche strillo e una finta lacrimuccia, per ottenere tutto. D’altronde come si può essere credibili se il carbone è dolce come il cioccolato e la cenere si trasforma in una gustosa liquirizia? E’ inutile minacciare ritorsioni che non oseremo mai applicare e i nostri ragazzi lo sanno bene. Essi trovano prestampate anche le “letterine “ di Natale che non richiedono più il “batticuore “ di un istante di distrazione, per metterle sotto il piatto del proprio genitore. Quante speranze, sentimenti e promesse tra quelle stentate e disordinate parole, ornate di brillantini e di macchie d’inchiostro, asciugate con un po’di cenere in sostituzione della carta assorbente! Il Bambinello era ancora nella capanna, stiepidita appena dal fuoco della ” carbonella”. Il post-bellico, tra i tanti “regali”, ci ha fatto giungere, da altre parti del mondo, un borghese Babbo natale che ha materializzato i nostri sentimenti. Essi oggi si chiamano “appetiti” e vengono disposti a scandire l’ordinarietà delle nostre giornate. Quando il carbone era carbone, le minacce, sapevi bene, che andavano a destinazione e i componenti la famiglia, preoccupati a sbarcare il lunario di una numerosa nidiata, non potevano essere allertati dietro un “tirannello” per cogliere il momento di distrazione per un boccone da mandar giù tra promesse e minacce di esaurimenti. E quella minestra che schifavi a mezzogiorno, la ritrovavi puntualmente la sera a cena e se era necessario, fino alla colazione del giorno dopo. Oh come era dolce, allora, il maritozzo che eccezionalmente acquistavi dal droghiere, e che era conservato in barattoli di vetro per mantenere a lungo l’aroma dell’anice.
Oggi continuiamo a mettere negli scatoloni, giocattoli venuti a noia e con essi l’inquietudine e l’insoddisfazione dei nostri ragazzi. Forse nella “calza” appesa al caminetto potremo ritrovare, in futuro, “il senso” della vita e il sorriso “pulito” dei nostri figli e nipoti , se penseremo un po’ anche a qualche “bambinello” che piange e si dispera per un “boccone” in tante parti del mondo e non staremo ad aspettare, sempre, Babbi natale o Befane che scorrazzano non più su vecchie scope, ma in lussuose station wagon.

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