Di Vincenzo Corrado

Cresce l’attesa per il nuovo portale vaticannews.va. Se ne parla da mesi, praticamente da quando il progetto di riforma dei media vaticani ha iniziato a prendere corpo, anche se come è stato più volte ribadito il nuovo sito non è la riforma, bensì un effetto di questa. E ora ci siamo: vaticannews.va sarà on line a breve e sostituirà i siti a carattere informativo utilizzati in precedenza. Il Sir ha avuto modo di conoscere in anteprima il nuovo progetto.

“È in versione beta e, quindi, non definitiva”,

ripete più volte mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, illustrandoci il portale. L’attesa, quindi, creata attorno al sito, non deve distogliere dal discorso complessivo. “Il rischio – ripete il prefetto – è di vedere il dito e non la luna. La riforma, infatti, non è il portale, bensì un diverso approccio comunicativo”.

Una visione nuova, insomma, che emerge anche da vaticannews.va.A un primo sguardo, esaminando il nuovo portale, colpisce la scelta d’impostare il menù – su una fascia di colore rosso – in maniera agile e funzionale, isolando solo quattro termini, quattro parole cardine: Papa, Vaticano, Chiesa, Mondo. Già in questo si coglie l’idea di percorso di Chiesa in uscita, dal Vaticano alle periferie, tenendo sempre al centro della narrazione la figura del Papa.

È attorno all’attività del Pontefice che ruotano anche i contenuti multimediali (testi, audio, video) offerti dal sito, dai comunicati stampa della sala stampa vaticana ai contributi audiovisivi del comparto radio o del centro di produzione audiovisivo (in particolare, l’Angelus). Chiaramente dominante è la presenza delle immagini nel corpo del sito, che occupano un ruolo di primo piano. Spazio rilevante, poi, è riservato ai social, richiamando gli account del Papa su Twitter e Instagram.

Come è stato rilevato anche dallo studio del semiologo Paolo Peverini – “Il racconto di Francesco. La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale” (Luiss University Press 2017), volume in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione –, la struttura del portale sembra assolvere alla funzione del cosiddetto “cabasario”, ideato dal padre gesuita Félix Juan Cabasés durante il pontificato di Giovanni Paolo II: uno strumento di lavoro e documentazione contenente tutte le informazioni puntuali sul viaggio apostolico in cui il Papa era impegnato.

“Si tratta solo della punta dell’iceberg”, sottolinea però il prefetto. Il suo invito è di concentrarsi soprattutto su ciò che c’è sotto, a cominciare dal profondo ripensamento del modo di produrre e dalla centralità antropologica e non tecnologica. “Nei due anni scorsi – spiega – ci siamo impegnati intensamente sulla formazione del personale. E l’abbiamo fatto con lo scopo di valorizzare le professionalità interne e di definire un gruppo di lavoro unificato, multilingue e multicanale per declinare contenuti in diversi formati da destinare a varie piattaforme di trasmissione. Il nostro sistema – precisa Viganò – è perfettamente in linea con l’ambiente digitale contemporaneo: non punta su un singolo media, ma è agnostico e, cioè, indipendente dal mezzo e dalla tecnologia”. Il web, conclude, “è soltanto una delle soluzioni a disposizione”.

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