Paola Inglese

Preti in difesa del popolo di Dio nelle emergenze quotidiane dell’Italia di oggi: dall’inquinamento alla ludopatia. Tutti raggiunti nella missione dai fedeli, con l’Offerta per il sostentamento. Crescono i parroci con in mano l’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco. Come a Casale Monferrato, fronte dell’Eternit, dove “il picco dei tumori è atteso per il 2020”, dice don Marco Pivetta, parroco del Ronzone, il quartiere fino al 1986 sede della multinazionale dell’amianto. L’area degli ex stabilimenti è bonificata, “ma il mesotelioma pleurico tuttora miete vittime. Muoiono nei 50 Paesi limitrofi persone che non c’entrano niente con la fabbrica, per la polvere tossica depositata nell’ambiente”.
“Siamo accanto alle famiglie e ai malati terminali dell’hospice, anche giovani”, spiega don Oscar Comba, parroco di san Giorgio Monferrato. La disoccupazione nell’area è rimasta senza alternative.

È preoccupato per la sua gente anche don Renato Musatti, parroco di Ospitaletto (Brescia). Nella sua provincia, secondo le maggiori sigle ambientaliste lombarde, vengono smaltiti 57 milioni di metri cubi di rifiuti tossici l’anno, 5 volte più che nel Casertano, con seri tassi tumorali. Esito del business degli interramenti, anche illegali. “La salute è un bene di Dio e un diritto di tutti”, dice don Musatti.

“Dopo l’inquinamento industriale, niente, nessuna alternativa occupazionale” è lo schema che si ripete anche a Gela (Caltanissetta). Dopo decenni critici per la salute, con troppi funerali e battesimi di bimbi malformati, per il petrolchimico tra i più grandi d’Europa non c’è stata bonifica, ma riduzione occupazionale.
“La gente teme per il futuro – spiega don Luigi Petralia, parroco di Santa Lucia -, è sostenuta solo dalla fede. Dall’adorazione perpetua del Ss. Sacramento alla formazione giovanile, facciamo di tutto per riaprire il futuro”.

Ha scritto invece Papa Francesco in persona al parroco della chiesa Matrice di Augusta (Siracusa), don Palmiro Prisutto. Dall’altare ogni 28 del mese nella ‘Messa per la vita’ legge oltre 800 nomi di cittadini spenti dal cancro. Solo quelli della parrocchia. La lista intera del ‘martirio quotidiano’ di quest’area – con i triplici effetti del porto militare, del petrolchimico e del ‘polverino’ smaltito qui dell’Ilva di Taranto – avrebbe cifre mai scritte. “La Chiesa è l’unica voce libera – dice don Palmiro -. Non possiamo tacere, qui si viola il comandamento non uccidere”. Viene da Augusta metà dei prodotti petroliferi consumati in Italia. Un polo pubblico-privato da 18 miliardi di euro l’anno di accise per l’erario. Sulle bonifiche “non ci sono data né strategie. Si parla di 770 milioni di euro, cioè neppure 1/18 dei proventi annui”, spiega don Prisutto. Papa Francesco gli ha scritto: “Auspico che la complessa situazione attuale di Augusta si apra a scelte concrete verso stili di vita sostenibili, e a un sistema economico che promuova i diritti al lavoro, alla salute e alla pacifica convivenza”.

Don Palmiro Prisutto (Foto Grazia Cecconi)

Molti i sacerdoti anche sul fronte sociale delle ludopatie. “L’azzardo non è un gioco, è tassato meno del pane e l’illusione del ‘vincere facile’ allunga i tempi della crisi”, dicono. “Basta pubblicità, il gioco è l’eroina del XX secolo”, chiede don Armando Zappolini, parroco di Perignano, frazione di Pontedera (Pisa), portavoce delle 32 sigle della campagna “Mettiamoci in gioco”. Una fede mai separata dalla vita quotidiana anche per don Dario Roncadin, parroco a San Vito al Tagliamento (Pordenone). Per lui la battaglia anti-slot traduce l’essere “Chiesa in uscita” di papa Bergoglio. “In Friuli i giochi rastrellano risorse per 900 milioni di euro, indica la Caritas di Udine, con famiglie distrutte”. “Con 150 bar in città dove giocare, gli indebitamenti nascosti sono un’emergenza sociale”, spiega don Giuseppe Cafà, parroco del Sacro Cuore a Niscemi (Caltanissetta). Ha aperto un centro ascolto anti-dipendenze con 10-15 casi al giorno.

“L’azzardo, anestetico nelle difficoltà della vita, è un tragico abbaglio, che in poco tempo spazza via reddito e affetti. L’Italia è prima in nella Ue per scommesse di massa- spiega mons. Alberto D’Urso. Per la Consulta ecclesiale anti-usura, da lui fondata, coinvolge occasionalmente 7 cittadini su 10, e un adolescente su 4. Sempre più nascosti, con poker on line e scommesse sportive da cellulare. “Quello della ‘svolta’ è solo pensiero magico – dice -. Gli algoritmi rendono pressoché impossibili le vincite, ma a suon di spot sfuma la condanna sociale di chi ‘gioca’”. Per sostenere i preti diocesani: www.insiemeaisacerdoti.it

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