“Non si genera comunione tenendo le distanze, guardandosi con sospetto, preferendo il video della tecnologia al volto concreto della persona. L’animatore di comunità potrebbe imparare a giocare d’anticipo nelle relazioni andando a cercare, fermandosi, dedicando tempo, promuovendo incontri, ascoltando… Solo così tante solitudini possono essere guarite”. Questo il monito del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’omelia della Messa presieduta domenica ad Assisi nell’ambito del 34° corso di formazione nazionale del Progetto Policoro, destinato agli animatori di comunità che abbiano ricevuto il mandato per l’anno 2018.

Presenti per la nostra diocesi gli A.d.c. Marco Sprecacé e Remigio Giannetti.

Dal porporato l’invito a portare con sé la frase di Gesù al centurione: ”Verrò e guarirò”. “Allenatevi alla prossimità, alla vicinanza, all’incontro cordiale”. Commentando la pagina in cui Isaia indica il sogno di Israele di poter tornare nella propria terra e viverci in pace, il card. Bassetti afferma: “Alla distruzione della guerra siamo chiamati a sostituire la bellezza del prenderci cura”. Essere animatori di comunità, spiega, “ci ricorda anche il coraggio di realizzare nel quotidiano questa profezia”. Di qui l’esortazione a “trasformare luoghi o relazioni conflittuali in intraprendenza positiva”, a “diventare imprenditori di speranza per tanti giovani coetanei che si rassegnano, che vivono sdraiati nella vita, che si accontentano, che non volano alto”. “Contagiare le persone che incontrate” e profumare gli ambienti “con il coraggio di trasformare e rendere migliore, di iniziare percorsi, di avviare processi”, l’augurio di Bassetti, “certi – conclude – che, come ci suggerisce Papa Francesco in Evangelii Gaudium, ‘il tempo è superiore allo spazio’”.

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