MONTEPRANDONE – “Sulle Tracce di San Giacomo della Marca in Bosnia” è stato il tema del convegno tenutosi sabato 25 settembre nella Sala delle Vetrate del convento di Santa Maria delle Grazie di Monteprandone.
Una mattinata di studi molto interessante, dove sono intervenuti personaggi di grande spessore culturale come la professoressa universitaria di Sarajevo Lejla Nakas esperta di filologia slava, Francesco Nocco paleontografo che sta svolgendo il dottorato di ricerca all’Università di Bari e infine padre Lorenzo Turchi ex Padre Guardiano del convento.
A fare da moderatrice, Francesca Bartolacci dell’università di Macerata.
I frammenti bosniaci presenti nel codice M18 di Giacomo della Marca, è stato il titolo del saggio preparato dalla Nakas durante una lezione ai suoi studenti .
Il soggetto era l’eterodossia dei cristiani in Bosnia -come spiega la professoressa, che ha letto l’articolo del famoso slavista Sante Graciotti che ne ha dato un’ampia lettura anche se ci sarebbero altri approfondimenti da fare.
Da ciò emerge che i cristiani di Bosnia praticano il battesimo con la sola imposizione delle mani condannando quello nell’acqua, perchè affermano che con esso non si ottiene la remissione dei peccati; negano il sacramento del corpo di Cristo e la resurrezione dei corpi. Inoltre,condannano le statue, le immagini sacre, l’Antico Testamento.
“Per alcuni elementi del testo, l’autore o il suo informatore, si è affidato ai trattati che erano già conosciuti dai francescani, ma ci sono punti che non possono essere confermati da fonti dirette.
Importante fonte per investigare la loro fede, è il manoscritto di carattere omiletico della chiesa di Bosnia dell’inizio del XV°secolo scritto in croato che si trova nei cosiddetti “foglietti di Monteprandone”che sono conservati nella biblioteca civica di Giacomo della Marca a Monteprandone.
E’ ancora incerto, se siano da un eretico bosniaco o copiati da un francescano in missione in Bosnia.
Due fogli di testo slavo, dal ‘400 sono stati pubblicati per la prima volta nel 1905; in quel periodo facevano parte di un altro codice .
Vent’anni fa, dopo che per la prima volta i fogli vennero separati dalla rilegatura del libro, è stata pubblicata la ricostruzione più completa dal loro contenuto, perchè poteva essere letto il testo delle pagine perse ma anche le parti marginali delle pagine esteriori.
L’interpretazione del contenuto invece, ha aperto molte domande anche in questa più completa lettura.
Sotto la pressione che provoca la forma del dialogo, Sante Graciotti imposta la tesi che i frammenti siano parte del trattato pro e contro la religione dei cristiani bosniaci, dove da una parte c’è l’ortodossia polemista che progetta demonizzando l’avversario, mentre l’altro disputante, si presenta come difensore di questa religione.
Secondo Graciotti, il testo bosniaco è anticlericale; i passaggi fondamentali sono le accuse e le maledizioni contro i cristiani.
Il prof. Nocco, ha parlato delle “Malefiche e incantatrici,le fattucchiere del Santo in Bosnia”.
“San Giacomo ,parla di queste malefiche incantatrici nei suoi sermoni.
I sermoni,non hanno solo contenuto teologico: sono prediche pensate per un uditorio che rimaneva ore ad ascoltare, perchè il livello di attenzione era molto più alto .
Nella storia della magia, c’è differenza tra malefiche e incantatrici.
L’indagine che viene svolta, riguarda un punto di vista specifico.
Ognuno ha un compito preciso, c’è la figura del paleontografo ossia di chi interpreta le scritture, ci sono gli storici che entrano minuziosamente nei particolari, c’è chi si occupa di archivi .
Queste discipline sono dette avalutative: non entrano nel merito, ma restituiscono quella che è la fonte possono cioè valutare, se la carta è del ‘400 o se l’inchiostro è autentico.
Giacomo parla di molte cose, ma si sente che ci sono degli stereotipi, dei cliché legati alla donna.
Ad occuparsi dei temi magici, è stata la professoressa Marina Montesano che ha pubblicato un volume che oggi compie dieci anni .
Il professor Nocco poi ha anticipato un libro che verrà presto pubblicato, del prof. Francesco Lucchetti che riguarda cibo e magia.
Andando ad analizzare questi sermoni, si scopre che siamo di fronte ad una triade: magia sesso e cibo , tre realtà che vanno di pari passo .
Il termine che ricorre spesso per indicare le donne malefiche è “vetula” ossia donna vecchia, nubili e vedove che sono guardate con sospetto perchè sole e per questo sono mine vaganti .
La magia entra con la superstizione”.
Padre Lorenzo Turchi infine ha presentato l’interessante e particolare scoperta fatta nella biblioteca di Falconara: un taccuino dove presentava la lettera di San Giacomo a Giovanni da Capestrano.
L’originale, che non è stato scritto da un copista, è contenuto nella biblioteca di Monteprandone.
Si scopre che, la maggior parte delle lettere trascritte riguardano Ascoli .
Perchè proprio Ascoli ?
“Ho ipotizzato- dice padre Lorenzo- che è stata operata da un anonimo scrivano proprio per facilitare e promuovere il processo di canonizzazione ascolano.
L’itinerario di Giacomo verso la canonizzazione,è stato complesso, ha avuto dei picchi, ma anche delle discese.
L’anonimo copista lascia un indizio molto importante ovvero che lui stava nel convento di Santa Maria delle Grazie.
Attualmente sono conservate 20 lettere di cui 11 sono state perdute.
I destinatari erano papi, re, nobili, vescovi, amici personali.
Dagli inventari, ne risultano 115.
Il vero problema è ricostruire effettivamente le lettere reali perchè spesse volte, la lettera è citata più volte in maniera diversa .
In conclusione posso dire che, utilizzando Google Maps è stato creato un piccolo prospetto di itinerari nell’Europa centrale e orientale e queste indicazioni si conservano in sermoni e lettere”
“Ringrazio tutti coloro che hanno permesso questa giornata di studi”, ha detto il sindaco Stefano Stracci, “perchè sono di approfondimento,di valorizzazione e di ricerca”.
Giornate come queste,non sono solo a Monteprandone, ma anche in altre varie parti dell’Italia e dell’Europa dove la memoria di questo santo è ancora più vivida .
L’auspicio, è che, attraverso la cultura e questi approfondimenti,si possono sviluppare non solo scambi culturali ma anche economici -sociale e vorrei che dopo il mio mandato qualcuno continuasse questo lavoro.” All’incontro sono intervenuti anche Padre Ferdinando Campana e il consigliere provinciale Pacifico Malavolta. (Paola Travaglini).

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