M. M. Nicolais

Pir (Piani individuali di risparmio), appalti, Iva, formazione e lavoro. Sono gli ambiti delle quattro proposte presentate oggi al presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, da Sergio Gatti, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, a nome della Chiesa italiana. “Vogliamo stabilire un dialogo: non vogliamo soltanto una forte denuncia, dei lamenti, ma vogliamo formulare proposte”. Così mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana sociale, ha salutato il premier: “Le siamo molto grati per essere qui e per partecipare alla Settimana sociale”, ha esordito il vescovo: “La sua presenza è stata ricercata, non solo la sua ma anche quella di esponenti di governo e voci di altri partiti”. “Senza lavoro i valori fondamentali che sono alla base della nostra società fanno fatica a resistere”, ha detto Gentiloni citando “la dignità, la famiglia, la comunità: per questo è fondamentale rimettere al centro il lavoro e vi ringrazio di averlo fatto”, il tributo del premier alla platea di oltre mille delegati che hanno ascoltato il suo intervento durato circa mezz’ora: “Sarà di utilità al governo, ma soprattutto alla Chiesa e alla società”, ha assicurato.

”Rimettere il lavoro al centro dei processi formativi”, recita la prima proposta indirizzata dalla Chiesa italiana al governo, che parte dal presupposto che “per ridurre ulteriormente e in misura più consistente la disoccupazione giovanile, occorre intervenire con gli incentivi all’assunzione e in modo strutturale rafforzando la filiera formativa professionalizzante nel sistema educativo italiano”. In secondo luogo, occorre “canalizzare i risparmi dei Pir (Piani individuali di risparmio) anche verso le piccole imprese non quotate che rispondano ad alcune caratteristiche di coerenza ambientale e imprese sociali”. Strategico, inoltre, il tema degli appalti: “Accentuare il cambio di paradigma del Codice dei contratti pubblici potenziando i criteri di sostenibilità ambientale”, la terza proposta, “inserendo tra i criteri reputazionali i parametri di responsabilità sociale ambientale e fiscale con certificazione di ente terzo” e “varando un programma di formazione delle Amministrazioni sul nuovo Codice”. L’ultima proposta chiede di “rimodulare le aliquote Iva per le imprese che producono rispettando criteri ambientali e sociali minimi, oggettivamente misurabili, a saldo zero per le finanza pubblica, anche per combattere il dumping sociale e ambientale”.

L’Italia sta attraversando una fase di ripresa economica, l’analisi del premier, secondo il quale

“In Italia c’è la possibilità di una ripresa con lavoro”,

anche se ripresa economica e maggiore occupazione non sempre sono sinonimi. Il lavoro libero, come recita il primo degli aggettivi qualificativi usati dal Papa nell’Evangelii gaudium e adottati dalla Settimana sociale come titolo, è anzitutto un lavoro libero dalle forme più atroci di sfruttamento, come il caporalato, in cui sono coinvolti 400mila lavoratori, in gran parte migranti.
Il tema del precariato è una componente stabile del nostro scenario di lavoro: per questo difendere il lavoro significa contrastare le condizione estreme di precarietà:

“Il precariato senza futuro e diritti è una delle offese più terribile alla dignità del lavoro, che va difeso innanzitutto quando il committente è lo Stato”.

Di qui la centralità del tema degli appalti, oggetto di una delle quattro proposte consegnate poco prima al premier: dal maggior ribasso alla maggiore dignità, il cambiamento auspicato anche dal presidente del Consiglio raccogliendo le istanze della Chiesa italiana. A partire dal nuovo Codice sugli appalti pubblici, che impone “il superamento del principio del maggior ribasso, che va sostituito con il criterio dell’offerta economica più vantaggiosa”.

“Il futuro paesaggio del lavoro è una terra incognita”, ma è lì che bisogna andare. La creatività del lavoro, ha spiegato Gentiloni, non è una scelta nostalgica: Nel mondo della quarta rivoluzione industriale, bisogna pronunciare un “no” deciso alla tra èlites digitali e cosmopolite, senza radici territoriali, e lavoratori legati al territorio, ma sottopagati e costretti a svolgere mansioni che feriscono la loro dignità”. Partecipazione e solidarietà, le due parole-chiave per un lavoro più inclusivo.

“La sfida più urgente dell’Italia – ha detto il premier dal palco di Cagliari – è superare quelle forme di esclusione che riguardano troppe donne, troppi giovani, troppe aree del Paese che sono in maggiore difficoltà”.

Nonostante il tasso di occupazione femminile abbia raggiunto il tasso più alto mai registrato finora nel nostro Paese – il 49% – il record italiano è ancora ben lontano dalla media europea del 60%”.

Su occupazione femminile e giovanile, “in Italia siamo molto indietro”,

ha ammesso Gentiloni, anche se su entrambi i versanti si registra qualche miglioramento. Una misura da rendere strutturale, per il governo, è quella dell’alternanza scuola-lavoro: “Nonostante esempi negativi ne deprecabili, metterla in discussione sarebbe un errore imperdonabile, e il governo non lo farà”. Per quanto riguarda i Pir, oggetto di un’altra proposta consegnata al premier dalla Chiesa italiana riunita a Cagliari, Gentiloni ha reso noto che con la legge di bilancio che approderà la prossima settimana in Parlamento verranno estesi anche agli investimenti immobiliari, in modo da diventare strumenti finanziari da affiancare al credito bancario, per le piccole e medie imprese.

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