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Mozambico, dove anche nella povertà i bambini sono un’esplosione di vita

Davide Vivian, Maurizio Bolzon, Giuseppe Mazzocco

Il mese di ottobre è tradizionalmente dedicato ai missionari. Uomini e donne che, seguendo vari carismi, hanno “lasciato tutto” per andare nelle periferie del mondo ad aiutare i più poveri, i più soli, i più fragili. In queste settimane il Sir racconterà la loro vita quotidiana fatta di difficoltà, gioie, esperienze, spiritualità, attraverso le voci dei protagonisti raccolte dai settimanali diocesani di tutta Italia. Uno sguardo che dai territori si alza oltreconfine e ritorna qui, a incontrare tutti i nostri lettori.

Arrivati a Beira (Mozambico) in primavera, dopo vari mesi iniziali di formazione e iniziazione alla cultura e alla vita pastorale di questi popoli, abbiamo da poco cominciato ufficialmente il nostro impegno pastorale tra questa gente. Il vescovo, dom Claudio Dalla Zuanna, ci ha affidato due zone pastorali.

La prima zona, nella quale siamo stati introdotti a metà agosto, è una nuova Unità Pastorale attorno all’aeroporto internazionale. Si tratta di due parrocchie – Todos os Santos (Ognisanti) e Santos Anjos (Angeli Custodi) – e di una comunità – São Francisco Xavier (San Francesco Saverio) – che sono chiamate a camminare insieme e a collaborare nella formazione e nelle attività pastorali. Questa nuova Unità Pastorale e stata affidata alla protezione della Santissima Trinità (U.P. Santissima Trindade do Aeroporto). Don Maurizio è stato nominato parroco e gli altri due collaboratori. È una zona dove sono arrivate tante famiglie dalle province settentrionali del Paese, con varie lingue e culture diverse. C’è comunque una buona integrazione tra loro.

La seconda zona, nella quale siamo stati accolti a metà settembre, è la parrocchia di São Pedro Claver (San Pietro Claver) che si trova poco fuori dalla città, lungo la grande strada nazionale che da Beira punta verso lo Zimbabwe. Don Giuseppe è stato nominato parroco e gli altri due collaboratori. È una zona in crescita, con una buona prospettiva di sviluppo.

In entrambe le zone ci sarà da lavorare sulle strutture: quelle di muratura, per aiutare le comunità ad avere cappelle e sale in cui incontrarsi; ma soprattutto quelle relazionali, per creare legami di amicizia e di fiducia, di mutuo sostegno e di attenzione, gli uni per gli altri. Sono presenti molte Chiese protestanti e varie Moschee, con rapporti rispettosi tra le varie confessioni. Questa gente, pur non avendo molte risorse, ci ha accolto con tanti doni, con una benevolenza che ci ha stupito e incoraggiato. Ci sono tanti giovani, tantissimi bambini che guardano al futuro con speranza, cercando opportunità per formarsi e per crescere. Quaggiù c’è davvero un’esplosione di vita! Da poco abbiamo anche cominciato le visite alle case, incontrando specialmente gli anziani e i malati. Si incontrano spesso situazioni di grave povertà, ma un po’ alla volta ciascuna comunità cerca di prendersi cura di fratelli e sorelle bisognosi, con una vicinanza sia materiale che spirituale. Accanto a noi ci sono anche tre suore Mozambicane, che ci aiutano nei vari compiti pastorali.

Partiamo in questa avventura missionaria ricchi di entusiasmo, annunciando il Vangelo di Gesù, vivendo la carità e la speranza che questa Buona Notizia ci chiede di diffondere.
Un Grazie profondo a tutti quelli che con la preghiera e con le offerte sostengono le Missioni.
Il Buon Dio Benedica questa gente che ci è stata affidata e ci aiuti ad amarla e servirla secondo il suo cuore.