GROTTAMMARE – “Vi saluto nel nome del Signore! Ed è un saluto carico di calore, di affetto, di gioia ma anche di trepidazione e … di novità. Mi rinfranca e mi rincuora il Vangelo che la liturgia di questa domenica ci ha fatto gustare”. Con queste parole è iniziato il discorso di Don Roberto Antonio Melone alla sua nuova comunità della parrocchia Gran Madre di Dio.

Si è tenuta infatti ieri, domenica 1 ottobre, la celebrazione Eucaristica per la presa di possesso della Parrocchia di Grottammare da parte di don Roberto Antonio Melone, durante la Santa Messa presieduta dal Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani. Domani pubblicheremo tutte le foto e le parole pronunciate dal Vescovo Bresciani e dal Sindaco Piergallini.

Don Roberto ha poi affermato “Mi rinfranca e mi rincuora il Vangelo che la liturgia di questa domenica ci ha fatto gustare.
Attraverso il racconto dei due figli, ci è stato presentato un Dio diverso, quel Dio che amo più della vita mia: è il Dio che inizia la sua avventura dai margini della storia.
Basti pensare che dopo i suoi genitori, sono i pastori e non i capi religiosi ad accoglierlo; e dopo i pastori, i lontani e misteriosi Magi venuti dall’Oriente. E anche i suoi più stretti collaboratori non se li sceglie tra teologici accademici, ma tra peccatori ed esattori di tasse. E qui scatta la domanda per me e per noi oggi: che ve ne pare? Trovo risposta nell’essenza più profonda di Dio. Egli non sceglie per merito, ma per fantasia, per libertà per disponibilità di cuore. E con Dio così scelgo di giocarmi tutto me stesso, certissimo della fiducia che ho riposto in Lui.
Forte di questo tesoro, mi permetto, per volontà di Dio e per disposizione del Vescovo, di entrare nel portale del vostro immenso cuore grottammarese, cuore caldo e generoso.
Mi sia quindi permesso di entrare e di prendere dimora, per il tempo che Dio vorrà donarci.
Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato donato: Gesù Cristo. Vengo nel suo nome e nel suo amore, perché l’amore fraterno arda nel cuore di ciascuno e lo alimenti; perché tutti e ognuno di noi concorra alla costruzione del Regno di Dio.
Vengo a voi come innamorato di Cristo, crocefisso e risorto; Figlio del Padre, operante per mezzo dello Spirito.

Come cammineremo? A cosa ci ispireremo?
Avremo davanti a noi quell’idea evangelica che ci viene dalle nozze di Cana, trovando in essa l’itinerario per la nostra vita.
Mi piace innanzitutto guardare a questo episodio come festa! Quella festa auspicabile per la vita di parrocchia, quella festa che non è baldoria, ma gioia per un’esperienza d’incontro con la Lieta Notizia, una esperienza che vivifica e che trasforma.
Avremo da imparare fissando lo sguardo sui due grandi protagonisti principali: Maria e il Cristo.
Facciamo spazio a Maria, la Madre, come afferma l’evangelista; la “Gran Madre”, come la invochiamo noi; e acquisiamo da Lei l’itinerario di Cana.
Maria è attenta, è attenta in quelle nozze iniziate; è sollecitata verso la necessità degli sposi. Non si isola in sé stessa, centrata nel proprio mondo, ma è tutta protesa verso gli altri. Nemmeno cerca le amiche per commentare quello che sta succedendo e criticare la cattiva preparazione delle nozze, lasciandosi andare “alle facili vernecchie”. E perché è attenta si rende conto che manca il vino. Il vino, il segno della gioia!
Oggi la comunità in festa, tutto è bello; ma penso a tutte quelle persone che sentono una “mancanza”: penso agli adolescenti i giovani che nelle loro case percepiscono che non c’è vita; gli anziani lasciati soli; le famiglie provate dalla mancanza di lavoro, dalle malattie o da situazioni problematiche. Maria è presente, attenta e premurosa. Quale grande auspicio e desiderio che diventino anche i nostri atteggiamenti. Maria si accorge di questa mancanza e si rivolge con fiducia a Gesù! Questo significa che Maria prega, non va dal maggiordomo, ma presenta direttamente le difficoltà degli sposi al Figlio; pone il problema nelle mani di Dio.
Lei ci insegna a porre la nostra comunità nelle mani di Dio, nel vero senso di fiducia e di affidamento. E alla fine Maria afferma: “Qualsiasi cosa vi dico, fatela”. E’ un invito a metterci a disposizione di Gesù, che è venuto per servire e non per essere servito. E’ l’invito ad ascoltare e mettere in pratica la sua Parola. E’ la raccomandazione semplice ed essenziale di Maria ed è il programma di vita per la nostra comunità. Chi ama serve e si mette al servizio degli altri. E la parrocchia sia proprio questa palestra dove, per amore, ci facciamo servitori gli uni degli altri. A Cana i discepoli di Gesù diventano la sua famiglia e a Cana nasce la fede nella Chiesa. Oggi, 1 ottobre, festa di Santa Teresina, cari fratelli e sorelle, diventiamo famiglia e ci leghiamo in una alleanza nuova e definitiva!!
Forti di questo tesoro, confermiamoci nella fede in Cristo. Incoraggiamoci nel testimoniare le ragioni della speranza che scaturisce da Lui e disponiamoci ad offrire, ad ogni uomo che incontriamo, l’inesauribile ricchezza del suo Amore.

“Maria, Gran Madre di Dio, Vergine del mattino e della sera, nel tuo sguardo apriamo e chiudiamo la nostra giornata, densa di imprevisti e piena di Provvidenza.
Donaci il coraggio di passi fermi e decisi sulla strada che è Gesù, senza soste, senza respiri, con te accanto.
Riempi i nostri occhi di stupore per tutto ciò che ci accadrà di bene o di male, di gioia o di sofferenza, per cogliere in tutto i doni e i passi di Dio e che mai il peccato venga a toglierci la pace. Amen!!
Buon cammino!”

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