Di M. Chiara Biagioni

“Anche se un po’ affaticata, forse segretamente delusa, l’Europa non deve arrendersi, deve ritrovare l’entusiasmo delle origini, non certo la percezione passata di essere il centro del mondo, ma di avere qualcosa di bello e di peculiare da offrire all’umanità”. Con questo messaggio di “speranza” rivolto a tutti i popoli europei, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee ha aperto oggi a Minsk, capitale della Bielorussia, l’Assemblea plenaria del Ccee che sta riunendo (fino al 1 ottobre) 29 presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa (di cui 7 cardinali), 9 vescovi delegati e rappresentanti della Santa Sede per un totale di 79 persone in rappresentanza di 45 paesi del continente europeo. In questi giorni i vescovi si confronteranno sul tema dei giovani (in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi in programma a Roma per l’autunno 2018) e su quello dell’Europa, in particolare il contributo e la missione della Chiesa alla costruzione della casa comune europea.

“A tutti i cittadini di questa grande terra, qualunque sia il ruolo di ciascuno, ci rivolgiamo con rispetto e convinzione”, dice Bagnasco.“Il sogno di questa unione come ‘famiglia di popoli’ e ‘casa di nazioni’ è sempre attuale”.“Non spetta a noi fare dei calcoli di tipo economico e commerciale, ma è nostro dovere ricordare a tutti che l’Europa non è un complesso puramente geografico, né soltanto un gruppo di popoli, ma è un compito spirituale ed etico; non è un organigramma, ma è un corpo vivente, una comunità di vita e di destino”.

Ad ascoltare le parole del presidente dei vescovi europei nell’antico Municipio della città, ci sono le massime autorità politiche e religiose del paese, il rabbino e il Gran Mufti della città, e soprattutto l’Esarca Patriarcale di tutta la Bielorussia, il Metropolita Pavel di Minsk e Zaslavl, a testimonianza dell’importanza che la Bielorussia sta dando all’incontro e anche dei buoni rapporti ecumenici che qui ci sono tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, legata al Patriarcato di Mosca.

E’ il Metropolita Pavel ad aver accolto a Minsk i vescovi europei, prima invitandoli a pranzo nella sua residenza e poi accompagnandoli in visita alla cattedrale ortodossa di Minsk del Santo Spirito. “Non era mai successa una cosa simile”, confida in conferenza stampa ai giornalisti monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, l’arcivescovo cattolico di Minsk. Aggiungendo:“iniziamo a scrivere una nuova pagina della storia della Chiesa in Bielorussia”,una storia di dialogo e di più stretta collaborazione soprattutto tra le Chiese ortodossa e cattolica, sicuramente frutto – dice – dello storico incontro tra papa Francesco e il Patriarca Kirill a Cuba. “D’altronde – prosegue Kondrusiewicz – le sfide del nostro tempo sono numerose e solo insieme possiamo affrontare i problemi”.

Nel prendere la parola, il metropolita Pavel parla della questione giovanile in Europache è uno dei temi al centro dell’Assemblea. I giovani – dice il metropolita ortodosso –  “vivono in una realtà virtuale che li allontana dalla realtà”, fanno sempre più fatica a partecipare alla vita della Chiesa e della società. “Anche noi sentiamo una responsabilità nei confronti dei giovani e del loro futuro. Vi saremo grati se vorrete condividere anche con noi i risultati della vostra esperienza e delle vostre riflessioni”.

E’ la prima volta nella storia del Ccee che l’assemblea plenaria giunge in Bielorussia. Terra che è stata nella storia teatro di guerra, campi di concentramento e persecuzione. Oggi la Chiesa cattolica in questo paese è tornata a vivere con dinamicità la fede anche se incontra diversi problemi. In mattinata i presidenti delle Conferenze episcopali sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica di Bielorussia, Aleksandr Lukashenko. E rivolgendosi a lui, il cardinale Bagnasco ha detto: “Siamo certi che in questa atmosfera di buona collaborazione, le questioni dei permessi di soggiorno dei preti stranieri e quella dei beni della Chiesa, entrambe vitali per la missione evangelica, possano essere risolte attraverso il dialogo operoso e tempestivo di tutti”.

Ma oggi Minsk guarda al futuro e nel paese è grandissima l’attesa di una visita di papa Francesco in questa terra. “Nessun Papa è mai stato qui”, dice l’arcivescovo Kondrusiewicz, e “la Bielorussia è il secondo Paese dell’ex Unione sovietica per numero di cattolici latini dopo la Lituania. Noi aspettiamo il Papa. La gente sogna questa visita”. Il presidente Lukashenko ha invitato papa Francesco. Giovanni Paolo II non poté venire e neanche papa Benedetto XVI ebbe questa possibilità. Molti auspicano che la città di Minsk possa addirittura ospitare un secondo incontro tra papa Francesco e il Patriarca Kirill dopo quello a Cuba. All’idea il presidente Lukashenko non si scompone. Parlando ai vescovi infatti dice: “Penso che si dovrebbe considerare un loro incontro qui a Minsk. Questo è il luogo ideale dove i problemi dell’Ovest e dell’Est, del Nord e del Sud possono essere discussi”. Interpellato su questa possibilità dai giornalisti locali il card. Angelo Bagnasco, presidente del Ccee, ha risposto: “Un rinnovato incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill è certamente auspicato e desiderato da tutti. Il fatto che possa essere qui a Minsk ce lo auguriamo. È un grande desiderio di questo Paese e del suo presidente”.

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