“Come portare la croce? Così come Cristo ha fatto: portare la croce con la fiducia nella Resurrezione”. Croce e Resurrezione “sono il fondamento della nostra fede e le colonne della nostra vita”. Si conclude con questa indicazione l’omelia che il Patriarca ecumenico di Costantinopoli ha pronunciato questa mattina a Bologna nel corso della Divina Liturgia celebrata nella cattedrale di san Pietro nel giorno in cui la Chiesa commemora l’Esaltazione della Santa Croce. È il secondo giorno della visita che il Patriarca Bartolomeo sta facendo alla Chiesa di Bologna, su invito dell’arcivescovo Matteo Zuppi, in occasione del Congresso eucaristico diocesano che culminerà con la visita di Papa Francesco il primo ottobre.

“Nelle rappresentazioni iconografiche bizantine – ha detto artolomeo – il Crocifisso non viene mai rappresentato nel suo realismo della carne spossata e morta, né nell’agonia: non è mai un Dio sofferente”. “Il Salvatore in croce non è solo il Cristo morto”, ma è “il Logos della vita eterna che si consegna alla morte e la vince”. “La Croce santifica e dà salvezza”. Nella omelia, Bartolomeo passa in rassegna le tante croci che affliggono oggi l’uomo: è “la croce parlando di povertà, di malattia, di vedovanza, di crisi economica, di drammi familiari, di ateismo, di lotta spirituale del cristiano di fronte alla carne, al mondo, al diavolo, alla morte, a una cattiva morte, fino agli ultimi istanti della vita. Ma perché una croce? Per poter dire anche noi col ladrone: “Ricordati di me, Signore, quando sarai nel tuo Regno”.

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