Di Gigliola Alfaro

La Giornata nazionale per la custodia del creato è l’occasione per riflettere, insieme con Andrea Masullo, direttore scientifico di Greenaccord, sia sul messaggio per la Giornata sia sulla questione ambientale oggi in Italia.

Nel loro messaggio, “‘Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo’ (Gen. 28, 16) Viaggiatori sulla terra di Dio”, i vescovi italiani chiedono di far crescere un turismo autenticamente sostenibile capace di contribuire alla cura della casa comune. Qual è la situazione in Italia, da questo punto di vista?

Circa un miliardo e duecento milioni di persone si muovono nel mondo per ragioni turistiche. I turisti, che transitano in un anno in Italia, ormai raggiungono la stessa dimensione dell’intera popolazione nazionale, circa 60 milioni. Il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mibact) ha adottato il Piano strategico del turismo 2017-22, dando molta importanza alla sostenibilità. Un movimento delle proporzioni suddette ha, ovviamente, un grande impatto sull’economia e sull’ambiente, per cui è divenuto strategico anche nelle politiche ambientali. Viviamo in un mondo in movimento; tuttavia, vorrei sottolineare che non ci si muove purtroppo solo per turismo.Nei prossimi decenni ci saranno oltre 2 miliardi di persone costrette a spostarsi per sfuggire a guerre, carestie, ed altri effetti dei cambiamenti climatici, i cosiddetti “rifugiati ambientali”, categoria di “viaggiatori per necessità”, che già oggi raggiungono il nostro Paese attraverso viaggi tragici, in mano a criminali che organizzano una vera e propria tratta di esseri umani.

Sono tanti i problemi ambientali. Quest’anno è stata un’estate difficile nel nostro Paese, tra caldo e siccità. Quanto hanno pesato nella gestione dell’emergenza i cambiamenti climatici e quanto le carenze strutturali, ad esempio degli acquedotti?

Questo è destinato a diventare forse il secondo o il terzo anno più caldo nella storia della meteorologia italiana, che data circa 200 anni. Tutti i record di caldo sono concentrati nell’ultimo decennio.L’evidenza di una accelerazione dei cambiamenti climatici è ormai sotto gli occhi di tutti, come è sotto gli occhi di tutti l’impreparazione, sottolineata anche dal fatto che viene considerata emergenza ciò che ormai sta rapidamente diventando normalità.Sul sito del ministero dell’Ambiente è consultabile la bozza finale del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che contiene dati molto allarmanti sul futuro climatico dell’Italia. Urgono interventi imponenti e diffusi in tutti i settori, se vogliamo che le prossime generazioni continuino a vivere in maniera prospera nel nostro Paese. Sono necessari interventi strutturali sulle reti idriche, non si può continuare a sprecare acqua potabile per usi non alimentari, come la pulizia delle case e delle strade, il lavaggio delle automobili, attività industriali e artigianali, o l’innaffiamento dei giardini.È necessario preservare una risorsa preziosa come l’acqua sia in qualità sia in quantità, creando per esempio reti differenziate di alta qualità per gli usi potabili e realizzando bacini montani che accumulino l’acqua supplendo a ciò che non faranno più i ghiacciai che stanno rapidamente scomparendo, per garantirne la disponibilità anche nelle lunghe estati siccitose che diverranno sempre più la normalità.

Il nostro patrimonio boschivo è stato deturpato dagli incendi, causati principalmente da piromani. Come affrontare il fenomeno? Anche in questo caso, soprattutto al Sud, si sono denunciate carenze nei mezzi per fronteggiare l’emergenza…

Bisognerebbe innanzitutto applicare la legge che impedisce qualsiasi manomissione delle aree percorse dal fuoco, che dovrebbero essere annualmente censite dai Comuni; cosa che la maggioranza dei Comuni non fa o non fa nei tempi stabiliti. Ciò rimuoverebbe il movente speculativo degli incendiari.Poi aumentare la sorveglianza e comminare ai piromani pene proporzionate all’enorme danno procurato. Invece, è stato cancellato e accorpato ai Carabinieri il Corpo Forestale dello Stato, che andava potenziato nella sua preziosissima opera di sorveglianza.

Il 24 agosto è stato l’anniversario del terremoto in Centro Italia e il 21 c’è stato il sisma a Ischia. Quanto lo scarso rispetto dell’ambiente, con il fenomeno dell’abusivismo edilizio e l’utilizzo di materiali scadenti, incide sugli effetti devastanti dei sismi?

L’isola di Ischia è emersa dal mare in epoche geologiche recentissime, circa 150.000 anni fa, quando in Italia circolava l’uomo di Neanderthal. L’isola nella sua storia è stata sommersa ed è riemersa per i suoi movimenti di origine vulcanica. Questo caso è emblematico del fatto che oggi, nonostante le conoscenze scientifiche che abbiamo, ancora, come l’uomo di Neanderthal, ci affidiamo al fato. E lo stesso accade per i cambiamenti climatici.

Quanto possono incidere i media per creare una nuova sensibilità ambientale?

Possono essere la chiave di volta, purché smettano di essere ossessionati dalle notizie del giorno e comincino seriamente a parlare dei fatti, delle ragioni che li causano, delle conseguenze future. Devono parlare di più del passato e del futuro per spiegare il presente. Sinteticamente direi,

meno notizie e più informazione.

Siamo subissati di notizie allarmanti e non abbiamo strumenti per comprenderle. Ha visto come la guerra in Siria è scomparsa dalle prime pagine? Eppure lì si continua a combattere e morire.

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