“I docenti di religione sono una presenza qualificata che offre un apporto specifico nel campo della formazione, e una presenza educativa preziosa per tutti, innanzitutto in ambito scolastico”. È quanto afferma mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Cei, commentando in un’intervista pubblicata da “Avvenire” la Lettera ai docenti di religione. “L’Insegnamento della religione cattolica (Irc) mantiene intatto il suo valore e la sua importanza, oggi come ieri”, osserva il vescovo, anche in un tempo in cui “il processo di secolarizzazione è fortemente avanzato, i temi etici sempre più complessi e il fenomeno della immigrazione incidono non poco sull’educazione scolastica”. “I vescovi – assicura – vogliono accompagnare docenti e studenti anche in questa fase con senso di responsabilità pastorale”. Crociata rileva poi che “Irc e i suoi insegnanti sono soggetti strutturalmente esposti a pressioni marginalizzanti”. “E chiede ai docenti – aggiunge – un di più di competenza, interesse e passione che può fare la differenza nel rapporto tra discipline, docenti e studenti”. Secondo il vescovo, “c’è bisogno di un impegno nuovo sia da parte delle comunità ecclesiali sia da parte dei docenti, per un protagonismo che valorizzi questa specifica professione”. Ribadendo “sostegno e vicinanza” a livello istituzionale, culturale e nell’ottica globale di “una Chiesa per la scuola”, Crociata conclude esprimendo l’augurio che gli insegnanti di religione “vedano ravvivarsi l’entusiasmo e la gioia – non separabili da una grande fatica – di incontrare i volti degli studenti, e anche dei colleghi, conosciuti e nuovi, sentendo che in questo incontro è racchiusa la promessa di vita che la scuola continua a custodire per tutti coloro che la vivono”.

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