“È necessario un movimento, un risveglio delle coscienze. Questa è la nostra primaria motivazione, che avvertiamo come un obbligo morale. Le leggi sono necessarie ma non bastano. I livelli di azione saranno tre: l’educazione, la cultura, la cittadinanza. Occorre muoversi con coraggio e graffiare le coscienze per passare dall’indifferenza alla percezione della gravità di tali fenomeni, per combatterli”. È l’invito contenuto nel documento finale del “Dibattito internazionale sulla corruzione” e obiettivi della Consulta internazionale sulla giustizia, la corruzione, il crimine organizzato, le mafie. “Non si conoscono, in genere, le conseguenze della corruzione: spesso non si ha la consapevolezza che un crimine ha alle spalle un atto di corruzione”, avverte il documento, che è stato inviato ieri ai membri della Consulta, che interverrà “per colmare tale carenza, soprattutto lì dove, nel mondo, la corruzione è essa stessa sistema sociale dominante”. La Consulta, inoltre, approfondirà lo studio riguardo a una “risposta globale” – attraverso le Conferenze episcopali e le Chiese locali – “sulla scomunica ai mafiosi e alle organizzazioni criminali affini e sulla prospettiva di scomunica per la corruzione”.
Questo cammino, però, “non sarà semplice: la Chiesa è diffusa nel mondo e occorre porsi in ascolto di tutte le sue articolazioni per procedere nel dialogo anche con i non cristiani, in modo partecipato, trasparente ed efficace”. Fondamentale, inoltre, “sarà sviluppare il nesso – oggi quasi disperso – tra giustizia e bellezza. Lo straordinario patrimonio storico, artistico e architettonico costituirà un formidabile elemento di supporto per l’azione educativa e sociale contro ogni forma di corruzione e di crimine organizzato”.
La Consulta elaborerà, poi, “una proposta di pensiero politico – con attenzione particolare alla democrazia e alla laicità – che illumini l’azione nei confronti delle istituzioni affinché i trattati internazionali siano realmente applicati e le legislazioni siano uniformate per perseguire al meglio i tentacoli del crimine, che superano i confini degli Stati”. Uno degli obiettivi è, infatti, “studiare il modo di applicare i principi delle convenzioni di Palermo e Merida”. La corruzione causa anche mancanza di pace: perciò, la Consulta approfondirà anche “il rapporto tra processi di pace e forme di corruzione”.

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