“I frutti del Giubileo del Perdono sono interiori e non si possono quantificare, ma devo dire che l’espressione anche visibile ed esterna di essi in diocesi l’abbiamo sentita”. Lo dice al mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, parlando dell’VIII centenario del Perdono di Assisi, giubileo inaugurato il 2 agosto dello scorso anno. “Mi pare di toccare con mano – racconta il presule – i frutti del perdono, quando vedo crescere la generosità, la disponibilità, l’attenzione agli altri. In diocesi sono tanti i percorsi di carità e misericordia che sono attivati non solo sul versante della Caritas, ma anche su quello del nostro progetto di rinnovamento della parrocchie con le piccole comunità, le ‘Comunità Maria famiglia del Vangelo’, che si interrogano anche sulla carità a partire dal Vangelo e diventano luoghi di reciproca disponibilità, apertura, sostegno a chi vive particolari difficoltà”. “Sì – continua mons. Sorrentino -, l’esperienza interiore della misericordia, del perdono e dell’indulgenza aiuta le persone a vivere in fraternità, e questa è segno inconfondibile di ciò che la grazia compie nell’intimo”.
Ricordando, poi, la recente inaugurazione del Santuario della Spogliazione, dove San Francesco “diede la testimonianza della sua radicalità evangelica ed espresse la gioia che il cristiano sa sperimentare persino di fronte a Sorella Morte”, mons. Sorrentino conclude: “Rimanere nel solco che Francesco ha scavato ad Assisi è il nostro compito e il nostro futuro”.

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