Riportiamo le parole pronunciate sabato 29 luglio dal Vescovo Carlo Bresciani, durante la Santa Messa in Piazza Mar De Plata a San Benedetto del Tronto, in occasione della festa in onore della Madonna della Marina

Celebrando la santa messa sul porto da cui le navi dei nostri antenati incominciarono a solcare i mari giungendo anche alle più lontane sponde e da cui, ancora oggi, partono pescherecci e imbarcazioni da diporto di ogni specie, vogliamo venerare la Stella del mare, Maria, che ha sempre guidato e sorretto i naviganti del nostro popolo nelle fatiche del loro lavoro e nelle incertezze provocate dalle tempeste e dai mari insidiosi.

Ma noi, sia pure nel doveroso rendimento di grazie per la protezione concessa dalla Stella del mare, non vogliamo fermarci solo a ricordi del glorioso passato della nostra marineria. Essa ci ha tracciato la strada non solo dei mari che solcò intrepida, ma anche di una salda fede che volle la Stella del mare come sua protettrice. Sapeva che, come ci ha detto la prima lettura tratta dal libro della Sapienza, i fragili legni con i quali gli uomini hanno costruito le barche non sono in grado di salvare da tutto.

Le superbe e grandiose navi che oggi costruiamo e che ci permettono una maggior sicurezza, opere meravigliose dell’ingegno umano, non ci proteggono da tutti i possibili mali. Ci proteggono più da quelli fisici che da quelli morali e spirituali. Forse ci illudono addirittura di poter fare a meno di Dio pensando che possiamo bastare a noi stessi. Molti dei nostri figli oggi pensano così: non chiedono più la protezione di Maria e non ringraziano più per quanto hanno ricevuto.
Ma, Maria, la Stella del mare, madre misericordiosa, continua a brillare anche sulle loro teste, come sulle nostre, sempre pronta a intervenire con discrezione in aiuto a chi, troppo sicuro si sé, si trova improvvisamente privo del vino necessario per continuare la festa della vita.

Noi, questa sera, invochiamo la protezione di Maria per noi e per tutti. Chiediamo a lei che, come ha fatto alle nozze di Cana, interceda presso Gesù, suo figlio, perché, troppo intenti a fare festa, non venga a mancarci il buon vino della fede.

Mi è stato detto che i nostri marinai facevano riferimento al campanile della chiesa di san Benedetto martire come a faro che indicava loro che finalmente erano giunti a casa sani e salvi. Mi piace pensare che questo campanile indicasse non solo il paese dove i loro familiari attendevano con ansia il loro ritorno, ma, come è naturale, anche quella casa dove potevano incontrare Dio come Padre e Maria come madre. Per loro la chiesa era qualcosa di casa, richiamo intimo di affetti umani e religiosi che apriva il cuore alla gratitudine per lo scampato pericolo e per la protezione di Maria che li aveva accompagnati nel lungo viaggio in mari lontani. È nota, infatti, la loro profonda devozione a Maria che si conserva ancora viva, su al paese alto, anche per la celebrazione della solennità dell’Immacolata Concezione.

Per questo hanno voluto che anche la nostra Cattedrale fosse dedicata alla Madonna della Marina a perenne e grato ricordo della Sua protezione sempre accordata lungo i secoli alla nostra gente di mare.

Questa sera noi vogliamo rinnovare la nostra devozione alla Stella del mare, confermando a Maria il nostro affetto di figli, pronti ad accogliere il suo invito a fare quello che Gesù ci dice, perché solo così non verrà meno il vino per la vera festa della vita. Nella effige venerata come Madonna della Marina, quella effige che oggi abbiamo portato in mare ponendola solennemente su un peschereccio, Maria tiene sulle sue ginocchia Gesù e lo presenta a noi in piedi con la mano benedicente. Ella invita a guardare a lui e ad accogliere lui: è questo il suo dono più grande a noi. Non può donarci nulla di più, perché solo lui è il tutto e, senza di lui, ella stessa è nulla e senza alcun potere.

Questa sera vogliamo consegnare a lei tutta la nostra marineria, invocando la sua protezione materna su tutti: Vogliamo invocare la sua intercessione per tutti i morti in mare: sia lei, come loro avvocata, a presentarli a Dio e a intercedere per la sua paterna misericordia. Vogliamo però invocarla anche per tutti noi che, come naviganti, percorriamo le strade della vita non meno cariche di pericoli: sia lei la stella che ci guida sul retto cammino e ci aiuti a non dimenticare mai la strada di quella casa in cui Dio ci aspetta ogni giorno con l’infinita pazienza della sua misericordia.

Se i naviganti avevano bisogno di una stella che li guidasse nell’oscurità silenziosa della notte, noi abbiamo bisogno di una stella che ci guidi nella babelica confusione delle nostre giornate, piene di molte voci e di molte luci, ma spesso prive di quell’unica voce e di quell’unica luce che non inganna sulla strada che porta a pienezza di vita: quella di Gesù.

O Maria, stella del mare,
sii luce che illumina la strada della nostra vita
all’incontro con Gesù.

Proteggici dalle false illusioni di luci abbaglianti,
e non lasciarci nell’oscurità di evanescenti emozioni.

Proteggi coloro che solcano i mari
e tieni lontano le tempeste che minacciano la loro vita.

Te lo chiediamo come figli da te amati,
confidando nel tuo amore di madre. Amen

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