Di Don Dino Pirri, tratto dal sito www.madonnadellasperanza.it

GROTTAMMARE – Molti si sono chiesti cosa volesse dire “B-Crew” stampata sulle magliette dei volontari dell’Undicesima Sagra de lu bucculotte cu lu crastate. I Giovanissimi, in realtà, lo hanno capito subito: “la squadra del boccolotto”.

Questo abbiamo provato ad essere: una squadra, una compagnia, una comunità. Con la scusa della Sagra e della necessità di provvedere all’economia parrocchiale, abbiamo provato a essere “chiesa” fuori dalla chiesa, mostrando ciò che siamo.

Una comunità che prende l’iniziativa, che non sta a guardare e basta. Una comunità di uomini e donne, che, a partire dall’ascolto del Vangelo e dall’Eucaristia domenicale, provano a mettersi a servizio del mondo. Una comunità che vuole essere «la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie».

Una comunità che si coinvolge, dove alcuni ci mettono la faccia, si impegnano in prima persona, rischiano di sbagliare ma non rinunciano a partecipare, si fidano e si affidano, scegliendo di avere i piedi stanchi e le mani sporche, piuttosto che rimanere spettatori composti e asettici.

Una comunità che accompagna, che sa prendersi cura dei più piccoli e degli anziani, che prova ad evidenziare il valore di ogni persona, che sa suscitare passione anche nei cuori stanchi. Una comunità che preferisce arrivare in ritardo, perché non rinuncia a stare al passo dell’ultimo. Che sceglie la fatica quotidiana di fare le cose insieme, anziché la rapidità efficiente delle azioni solitarie.

Una comunità che riconosce i frutti, nonostante le imperfezioni, le fatiche, le delusioni, le rivalità, le incomprensioni, le infedeltà, i rifiuti. Accorgendosi di possedere una gioia, che non si lascia rapire dalle lamentele inutili, e una felicità che va oltre il proprio merito. Una comunità sempre piena di stupore, poiché, viste le premesse delle sue fragilità, mai avrebbe sperato di raccogliere tanto.

Una comunità che festeggia, perché conosce la Fonte della festa. Che esprime ciò che vive. E che sappiamo festeggiare ce lo dicono tutti. E per un cristiano la festa non è mai troppa.

Ha scritto una persona che ha partecipato alla Sagra:

La serenità che la serata ha lasciato è lo spirito di esser chiesa, una grande famiglia, l’unione nel voler contribuire anche ad aiutare la parrocchia. Si mangia sempre e troppo, invece con questa Sagra si mangia a fin di bene. Grazie Parrocchia Madonna della Speranza.

Allora grazie a Dio che ci ha permesso di vivere questa festa, come una bella esperienza di Chiesa che sa guardare con amore il mondo. Grazie perché siamo riusciti a mostrare un po’ di ciò che siamo. Limiti e bellezza. Grazie a tutti!

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