Di Giuseppe Mariucci

MONTELPARO – Sabato 29, alle ore 17, in largo G. Marconi nell’ambito della programmazione di “Vimante – Festival della Passerina Spumante”  e con allo sfondo lo stupendo scenario dei Monti sibillini, si terrà, in Piazza Marconi di Montelparo, il convegno “Terroir Vimante”.
Si delineeranno le peculiarità che rendono adatto il vitigno Passerina alla spumantizzazione.

Dopo i saluti, che saranno dati ai presenti da Marino Screpanti, Sindaco di Montelparo, da Fabrizio Cesetti, Assessore nella Giunta Regionale delle Marche, e da Nelson Gentili, Fiduciario Slow Food Piceno, avrà inizio il Convegno “TERROIR VIMANTE: prospettive di spumantizzazione del vitigno Passerina”!

Con il coordinamento dei lavori da parte di Luca Giacomozzi, docente di scienza e cultura dell’alimentazione, interverranno:
-Luigi Costantini (docente di enologia): “Il vitigno passerina: metodologie e tecniche di spumantizzazione”.
-Giorgio Savini (presidente del Consorzio di tutela dei vini Piceni”.
-Cristian Mostardi (geologo): “Geochimica, geomorfologia e viticultura del Piceno”.
-Dunia Romoli (presidente dell’associazione “Marchigianamente”): Passerina tra le “Bollicine di Marche”.
-Matteo Lupi (Enologo): Progetto “Vimante”: questione di Terroir!
-Stefano Isidori (docente AIS): “Peculiarità organolettiche dei metodi Charmat e Champenoise”

Al termine del convegno avrà luogo, una degustazione guidata dalla sommelier Stefania Morbidelli (Ais Fermo) che accompagnerà i partecipanti alla scoperta delle caratteristiche di questo prodotto.

Le aziende vitivinicole del territorio, protagoniste della festa VIMANTE “Festival Della Passerina Spumante” saranno:
-CASALE VITALI (Montelparo)
-CASA VINICOLA GEMINIANI (Montalto delle Marche)
-CENTANNI (Montefiore dell’ Aso)
-DI RUSCIO (Campofilone)
-CANTINA SOCIALE VALDASO (Montalto delle Marche)
-TERRA FAGETO (Pedaso)

A questo punto, per conoscerlo un po’ meglio, è giusto dedicare un po’ di spazio a questo vitigno!

Esso è un vitigno a bacca bianca autoctono dell’Italia centro-Adriatica!

La Passerina ha origini molto antiche e un’ampia serie di appellativi che lo identificano in differenti regioni.

Oggi è particolarmente diffuso nelle Marche (nella provincia di Ascoli Piceno, specialmente dove fra anni ’70 e ’80 la sua coltivazione ebbe un particolare impulso da produttori lungimiranti come Cocci Grifoni). Viene coltivato anche in Abruzzo, in Umbria e in alcune zone del Lazio.

Moltissime fonti lo collocano nella famiglia dei Trebbiani. Secondo alcune ricerche, la sua origine si può identificare in una mutazione genetica del Biancame, detto anche Bianchello, vitigno oggi molto coltivato nel pesarese, a nord delle Marche. Nella sua “Guida ai vitigni del mondo” (Slow Food Editore, 1996), Jancis Robinson parla della Passerina come di una “antica varietà parente forse del Trebbiano”.

La sua buona resistenza a muffe e parassiti gli assicura un’ottima produttività. Sembra essere questa l’origine di alcuni curiosi appellativi del vitigno Passerina (“Pagadebiti”, come si diceva a Montelparo, o anche “Scacciacambiali”) tramandati dalla sapienza contadina.

La zona di produzione delle uve per i vini che possono essere designati con la Indicazione Geografica Tipica “Marche” comprende l’intero territorio amministrativo delle province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro Urbino nella Regione Marche.

I vini a IGT Marche “Passerina” devono assicurare come minimo un titolo alcolometrico volumico totale del 10 % vol., è ammesso un titolo alcolometrico totale non superiore a 15%Vol.

E, tuttavia, ne sapremo molto di più dopo il convegno di sabato prossimo!

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