Da Algirdas J. Greimas al Premio Nobel Dario Fo, per spiegare la comunicazione di Papa Francesco, che non si gioca sulla finzione bensì sull’essere, sull’autenticità. Di questo ha parlato mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, nel suo intervento ieri a Giardini-Naxos, nel primo di tre giorni di Summer School organizzati dalla Fondazione “Costruiamo il Futuro”. Davanti a una platea di numerosi giovani, riuniti in Sicilia per seguire testimonianze e workshop di esperti dal mondo della cultura, dell’imprenditoria, dell’economia e della politica, introdotto dal presidente della Fondazione, Maurizio Lupi, mons. Viganò ha spiegato le modalità comunicative del Pontefice: “Realtà vs apparenza: questa questione emerge con forza rispetto alla comunicazione di Papa Francesco in occasione di un intervento del Premio Nobel Dario Fo. Proprio per la sua esperienza artistica, per la sua capacità di saper riconoscere tra spontaneità e recitazione, Fo ha posto la questione tra l’essere e il sembrare. Questo ci fa ricorrere alla Semiotica, al guadagno di Greimas e al Quadrato di veridizione”. Nel dettaglio, mons. Viganò ha chiarito i termini della semiotica greimasiana: “Tenendo presente questa cornice, possiamo sottolineare alcuni aspetti. Anzitutto quando l’essere è connesso al sembrare, si dà luogo alla verità: uno appare ciò che esattamente è. Quando il non essere si lega al non sembrare, questo dà luogo alla falsità: non è così, non sembra così. Quando uniamo l’essere con il non sembrare si dà luogo, direbbe Greimas, al segreto: uno non manifesta ciò che realmente è facendo custodia discreta dei tratti distintivi. E quando abbiamo sembrare e non essere c’è appunto la menzogna: sembra un uomo buono ma di fatto non lo è”. Ecco dunque giungere al nodo della questione, ha precisato Viganò: “Papa Francesco appare, sembra, esattamente quello che è. Appare un uomo attento ai poveri, ed è un uomo che vive la sobrietà. Appare un uomo attento agli ultimi, ed è un uomo che vive concretamente l’attenzione agli ultimi. E quando parla di queste cose, non parla di idee, bensì di cose concrete; come dice lui, la realtà è più importante dell’idea. Questo lo ritroviamo nel suo agire: pensiamo a quando si è recato di persona a pagare il conto della sua stanza, subito dopo l’elezione al soglio di Pietro. Quando si dice che è un uomo che prescinde da un ruolo d’autorità con tutti i privilegi, sembra ed è esattamente così”.

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