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Ad Acquaviva la mietitura dell’associazione Terraviva

Patrizia Neroni

ACQUAVIVA PICENA – Ad Acquaviva Picena l’associazione Terraviva rievoca ogni anno la mietitura del grano. Alfredo Merli si preoccupa di piantare il grano e poi al momento della maturazione viene aiutato dalle donne che fanno parte dell’associazione a raccoglierlo e pulirlo. Il presidente Gaetani tiene a precisare che: “La nostra  associazione non vive solo della mostra sita nella sede dell’associazione in via Del cavaliere 50, ma che dietro ogni prodotto realizzato c’è un lungo lavoro da parte dei membri che sono impegnati nell’associazione tutto l’anno. In particolare ringrazio tutte le donne che fanno parte dell’associazione perché senza di esse non sarebbe la stessa cosa. La paglia ricavata ogni anno serve all’associazione per diversi utilizzi: per la preparazione dei prodotti e per essere utilizzata in tutti i corsi che l’associazione stessa sostiene”. In tempi passati la mietitura si svolgeva quasi in ogni famiglia, veniva eseguita da gruppi di più persone. Prima di tutto veniva mietuto il grano posto in un terreno soleggiato poi quello dei terreni ombrosi, il grano veniva legato di solito da due persone, infatti la proporzione era di due persone a legare per ogni tre persone che mietevano. Per legare le spighe di grano venivano usati fili di grano più lunghi che spesso erano raccolti dalle donne. Prima del tramonto si sistemavano i covoni di grano.

Curioso era il ristoro dei mietitori: alle ore sette si consumava una piccola colazione, poi alle ore nove una colazione più abbondante, alle ore undici una piccola merenda, le tredici erano l’ora del pranzo, alle quindici e alle diciassette una merenda e al rientro si cenava. Dopo la mietitura c’era la trebbiatura, un’operazione complessa che richiedeva l’impegno di trenta persone dove ognuna aveva una precisa ripartizione dei compiti. La trebbiatura poteva cominciare a qualsiasi ora del giorno, ma spesso si cercava di farlo cominciare, quando era possibile, a mezzanotte e durava fino al levar del sole onde evitare, essendo estate, le ore più calde. Durante la fase lavorativa venivano fatte delle soste per ristorarsi: alle ore due e alle ore sei del mattino e si proseguiva così ogni due ore circa, mentre le ragazze erano addette a controllare che ai lavoratori non mancasse mai da bere acqua, vino o limonata.