“Nella presenza comunicativa di Francesco il silenzio gioca un ruolo centrale, caricandosi spesso di uno spessore semantico significativo”. Lo ha evidenziato mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione (SpC) della Santa Sede, intervenendo oggi pomeriggio a Milano (Teatro Strehler) all’incontro annuale di Upa (Utenti pubblicitari associati). “La grande capacità di ascolto del Papa – ha spiegato il prefetto – si misura anche in funzione del silenzio necessario a entrare in relazione con l’altro”. In questa lente, ha aggiunto Viganò, “vanno lette le sue iniziative che non sono mai frutto di una pianificazione volta a suscitare spettacolarizazione o disorientamento quanto piuttosto a enfatizzare la rilevanza del piano del contenuto, sollecitando la riflessione su temi al centro del Pontificato come, ad esempio, la misericordia”. Al riguardo, mons. Viganò ha ricordato la distribuzione di 40mila scatolette di “misericordina” (kit con il rosario), in piazza San Pietro, dopo l’Angelus di domenica 21 febbraio 2016 (una prima distribuzione di 20mila scatolette era avvenuta il 17 novembre 2013, ndr). “La forza di questa forma comunicativa – ha sottolineato – non consiste banalmente nella trovata creativa del kit (di per sé certamente sorprendente) ma nella scelta di farlo distribuire da poveri, senzatetto e profughi, a testimonianza dell’impegno concreto per il coinvolgimento di chi si trova ai margini della società, sollecitando l’azione di una Chiesa che, nella visione di Francesco, deve essere sempre più orientata a uscire dal suo centro muovendo verso le ‘periferie’”. Questo orizzonte comunicativo, ha concluso Viganò, porta un messaggio importante, in particolare, per i media digitali: “Superare una visione tecnocentrica per porre al centro il contenuto, il messaggio, in ultima istanza: il valore della testimonianza”.

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