Di Giuseppe Mariucci.

MONTELPARO – Le Reliquie di San Padre Pio da Pietrelcina sono arrivate nelle parrocchie del Priore-Parroco Agostino Maiolini!

A recarle, nel pomeriggio del 2 giugno scorso, nella Parrocchia di San Pietro Apostolo di Contrada Lago di Montalto delle Marche, la sua Figlia Spirituale Irene Gaeta.

Domenica 4 giugno, dopo essere passate per la Parrocchia di San Giovanni, a Penna San Giovanni, sono giunte anche a Montelparo. Tra di loro il preziosissimo e unico crocefisso fatto indossare a Padre Pio nel momento della vestizione a religioso e da Lui stesso donato a Irene Gaeta!

Le Reliquie erano attese nella chiesa dei Santi Pietro e Silvestro di Montelparo. Alle ore 09,00 in punto, in una piazza Cavour già brulicante di fedeli, il vice-parroco Padre Giovanni Mazzoni ricevendole da Irene Gaeta e dai “Dicepoli di Padre Pio” qui presenti (Andrea Corradini, Antonio Selvaggi, Beatrice Della Casa e Antonietta Di Cesare) le introduceva in chiesa per consegnarle alla venerazione dei Montelparesi.

In una lunga ma intensa mattinata, i presenti hanno avuto la possibilità di partecipare e trepidare, ammirando e venerando le preziose reliquie e ascoltando, poi, le innumerevoli ed emozionanti testimonianze di Irene Gaeta e di uno dei suoi discepoli, Andrea (un rilevante attestato personale molto toccante ed espressivo).  Da queste testimonianze, portate con pacatezza, sincerità e anche simpatia, tutti ne sono esciti con grande serenità e arricchimento d’animo!

La vita di Irene, confessa lei stessa, è stata sconvolta da Padre Pio, che le appare, in bilocazione, da quando aveva otto anni.

È stato lui a dirle che lavoro fare, lui a sceglierle il marito (“Alzati vattene a piglia’ quello che dorme in quel pulmann…” le disse in quel 29 marzo 1966 durante un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo!), lui a farle iniziare opere colossali.

Irene Gaeta, ottant’anni abruzzese di nascita, vive a Vitinia, frazione di Roma sulla via del mare.

“Era il 1946, avevo otto anni, vivevo con i miei a Castelporziano, mio padre era un impiegato del Quirinale – racconta la signora – avevo fatto da poco la prima comunione. Una sera entrando in camera mia la trovai inondata di luce. Vidi un frate (questo dico oggi, ma veramente non capii bene se fosse frate, prete o chissà chi!) che mi benediceva con l’ostensorio e, a me che non capivo cosa stesse accadendo, facendomi vedere la trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Gesù, disse: “Sta’ attenta a questo momento…!” . Il suo sguardo tagliente mi ha penetrato subito l’anima. Gli domandai chi fosse e lui rispose: “Padre Pio da Pietrelcina”. Ripetei altre due volte la domanda e infine, la terza volta, mi disse: “Sono un frate che prega, un giorno mi conoscerai”.

Inizia così a Montelparo, Irene Gaeta, il racconto della sua esistenza trascorsa con San Padre Pio, non senza accennare alla sua professione di Sarta di alta moda esercitata per anni in via Frattina in Roma!

E aggiunge, tra le altre tante testimonianze: -“Padre Pio mi è apparso tantissime volte, per affidarmi delle missioni: dovevo proteggere delle persone, aiutare una mamma in difficoltà, portare conforto…. Era lui a indicarmi cosa fare, come, dove e quando.”-

Irene Gaeta è in grado di raccontare centinaia di testimonianze che hanno per protagonista il Santo frate.

A Montelparo, come nelle altre parrocchie visitate in questo memorabile fine settimana d’inizio Giugno (nel pomeriggio avrebbe poi raggiunto la Parrocchia della Gran Madre di Dio di Grottammare), ha potuto riferire solo una minima parte di tutto questo tra l’attenzione massima e meravigliata degli intervenuti!

Alla fine delle sue testimonianze, aggiunge, come sempre:

“Si avverte la sua grande paternità: Padre Pio si fa carico delle sofferenze di ogni anima. Lo faceva su questa terra, continua a farlo dal paradiso. Dà ancora speranza, è uno specchio del volto di Gesù, ci porta a donare la vita al Signore, a pregare per la conversione, a fare penitenza”.

Per conoscere ancora meglio Irene Gaeta c’è da dire anche che è la fondatrice della “Casa Accoglienza di Padre Pio per l’Uomo solo” in Vitinia e de “I Discepoli di Padre Pio”.

Dall’ottobre 2000 la Casa ha aperto le sue porte all’Accoglienza delle ragazze madri. Hanno trovato ospitalità molte ragazze e sono nati tantissimi bambini. Oggi la Casa continua la sua opera in difesa della vita, accogliendo madri e bambini fuori sede con gravi problemi di salute (prematuri e oncologici) ricoverati presso varie strutture ospedaliere romane. Qui sono accolti anche nuclei familiari in situazione di grave disagio e donne in difficoltà.

Lo scopo della vita spirituale dei “Discepoli di Padre Pio” è l’imitazione di Cristo, avendo come maestro e guida San Pio da Pietrelcina: la preghiera incessante, l’adorazione eucaristica, la recita quotidiana del Santo Rosario!

L’8 marzo 2016 il Comune di Drapia (provincia di Vibo Valentia in Calabria) delibera la concessione urbanistica per l’insediamento in questo Comune dell’Ospedale Pediatrico tanto agognato dalla nostra Irena Gaeta!

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1 commento

  • Justyna
    09/06/2017 alle 11:08

    Buon giorno sono fiera di Irene e grata per tutto quelko che fa ogni giorno nella sua vita.Stata Lei ha insegniarmi essere umile e serena nelle dificcolta che la vita non mi ha risparmiato.Per me stata come la nonna che non ce piu la seconda mamma che trovava sempre parole di conforto.Grazie di cuore tua per sempre Giustina.

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