ZENIT / di Paul De Maeyer

Prima di prendere una decisione, occorre fare un discernimento, lasciandosi cioè interpellare, anzi “inquietare” dallo Spirito Santo. Se no, ha avvertito papa Francesco lunedì 29 maggio 2017 durante la sua omelia mattutina nella “Domus Sanctae Marthae”, riportata dalla Radio Vaticana, la fede diventa “ideologica”.

“Lasciarsi inquietare dallo Spirito Santo”, ha sottolineato il Papa, non è “sentimentalismo”, perché andare “sulla strada giusta non è sentimentalismo”.

“Sentire e discernere: discernere quello che sente il mio cuore, perché lo Spirito Santo è il maestro del discernimento”, ha proseguito Jorge Bergoglio, il primo romano Pontefice della storia “figlio” della spiritualità ignaziana.

“Una persona che non ha questi movimenti nel cuore, che non discerne cosa succede, è una persona che ha una fede fredda, una fede ideologica”, così ha proseguito il Papa, che ha ribadito: “La sua fede è un’ideologia, tutto qui.”

Fondamentale è quindi interrogarsi sul proprio rapporto con lo Spirito Santo. “Chiedo che mi guidi per il cammino che devo scegliere nella mia vita e anche tutti i giorni? Chiedo che mi dia la grazia di distinguere il buono dal meno buono?”, ha detto Francesco, che ha fatto anche un cenno alla tentazione sotto l’apparenza del bene e ha invitato quindi i presenti nella Cappella di Santa Marta a chiedere “questa grazia di ascoltare quello che lo Spirito dice alla nostra Chiesa, alla nostra comunità, alla nostra parrocchia, alla nostra famiglia”.

Papa Francesco aveva iniziato la sua riflessione partendo dalla Prima Lettera, presa dagli Atti degli Apostoli (19,1-8), che racconta quello che il Pontefice ha chiamato “la Pentecoste di Efeso”. La prima comunità efesina — “gente buona, gente di fede”, ha detto il Papa — ignorava infatti prima dell’arrivo di Paolo e dell’imposizione delle mani il dono dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo, il Paraclito promesso da Gesù, muove infatti i nostri cuori. E quindi occorre porsi la domanda, se sono “capace” di ascoltarlo. “Certi cuori, se noi facessimo un elettrocardiogramma spirituale il risultato sarebbe lineare, senza emozioni”, ha osservato il Papa, che come esempio ha menzionato i dottori della legge. “Erano credenti in Dio, sapevano tutti i comandamenti, ma il cuore era chiuso, fermo, non si lasciavano inquietare.”

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