di Gianni Borsa

TAORMINA – È sulle prime pagine di giornali e siti di informazione di tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti. La riunione del G7 del 26 e 27 maggio regala a Taormina una visibilità senza confini. La città siciliana – ritenuta, a ragione, una delle più belle al mondo – accoglierà venerdì e sabato i capi di Stato e di governo di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Assieme ai leader G7 saranno presenti il presidente della Commissione Ue Juncker e quello del Consiglio europeo Tusk. Il premier italiano Gentiloni farà gli onori di casa accanto al Presidente della Repubblica Mattarella. Sabato si uniranno cinque capi di Stato e di governo di Paesi africani (Etiopia, Kenya, Nigeria, Niger, Tunisia), oltre a 6 organizzazioni internazionali. La riunione, di altissimo livello politico, comprende elementi “principali” e “accessori”: vediamone cinque.

Primo: città-ponte tra Europa e Africa. Taormina si è preparata a ospitare i Sette rifacendosi il look e rafforzando – a opera delle autorità italiane – le misure di sicurezza. E se si parla di città blindata non si descrive che la realtà. Ma perché proprio Taormina?

“La scelta della località siciliana è stata dettata – si legge nel sito ufficiale dei vertice – dalla volontà di lanciare un messaggio di accoglienza e di apertura. La Sicilia è un ponte tra l’Europa e l’Africa, e Taormina, con la sua storia che affonda le radici nell’antichità, è il crocevia di diverse civiltà”.

Secondo: il tema e i “pilastri”. La presidenza del G7 è a rotazione e questa è la sesta volta che l’Italia la assume. La prima occasione fu nel 1980 a Venezia: la città lagunare ha ospitato anche il summit nel 1987; quindi è stata la volta di Napoli (1994), Genova (2001) e L’Aquila (2009). La presidenza italiana ha scelto come tema generale “Costruire le basi di una fiducia rinnovata”. L’agenda “è articolata su tre pilastri fondamentali: 1) tutela dei cittadini; 2) sostenibilità economica, ambientale e sociale e riduzione delle disuguaglianze; 3) innovazione, competenze e lavoro nell’era della nuova rivoluzione della produzione”. Oltre alle riunioni “ufficiali” se ne svolgono diverse altre – conferenze, seminari – che coinvolgono ad esempio le Ong, i rappresentanti della società civile e i giovani.

Terzo: agenda segnata dalla cronaca. La riunione dei prossimi giorni è ovviamente condizionata dal terrorismo e dalle migrazioni: i morti di Manchester e quelli del Mediterraneo richiedono risposte convincenti, articolate, di lungo respiro e veramente incisive. All’ordine del giorno figurano anche altri argomenti, alcuni sui quali si registra una convergenza di fondo, altri in cui le distanze tra i partecipanti sono abissali: economia e commercio mondiale, politica estera e sicurezza, sostenibilità ambientale e clima, fenomeni migratori, caso-Siria e Isis, sviluppo dell’Africa.

Quarto: i “giganti” presenti e… assenti. I Paesi partecipanti rappresentano le 7 maggiori economie industrializzate del mondo occidentale, più il Giappone. Non ne fanno parte, invece, giganti planetari come la Cina, l’India e la Russia. I Sette rappresentano in particolare il 10% della popolazione mondiale, il 32% del Pil globale, il 35% dell’import e dell’export totale. Ciascun Paese giunge con i suoi massimi rappresentanti – fra cui, all’esordio, i neo eletti Donald Trump ed Emmanuel Macron – e con le proprie specificità politiche, economiche e sociali.

Quinto: in giro per l’Italia. Il calendario del G7 accosta al meeting dei leader quelli a livello ministeriale, per affrontare specifici problemi. Durante la Presidenza italiana si tengono in totale 12 riunioni: Firenze, ministri della Cultura (30-31 marzo); Roma, riunione ministeriale sull’Energia (9-10 aprile); Lucca, città che ha ospitato i ministri degli Esteri (10-11 aprile). A Bari si sono ritrovati i titolari delle Finanze e i Governatori delle Banche centrali del G7 (11-13 maggio), con una tappa a Matera, Capitale europea della Cultura 2019. Dopo Taormina il G7 ripartirà da Bologna con i ministri dell’Ambiente (11-12 giugno), quindi tappa a Cagliari per la riunione dei dicasteri dei Trasporti (21-22 giugno). Torino accoglierà tre riunioni di fila dal 25 settembre al 1° ottobre: ministri di Industria, Scienze e Lavoro. Infine Bergamo (14-15 ottobre) e Milano (5-6 novembre) ospiteranno le riunioni su Salute e Agricoltura.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *