DIOCESI – Lectio delle Monache Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto sulle letture di domenica 14 maggio.

Io sono la via […]. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»: Cristo è la strada giusta, che conduce al vero Dio e alla vita con Lui.

«…la verità […]. Chi ha visto me ha visto il Padre»: Cristo è l’immagine vera di Dio, la manifestazione reale e concreta di Dio all’uomo.

«…la vita…»: Cristo è “garanzia” di scavalcare la morte e raggiungere la pienezza e la felicità totale!

Gesù è la via che guida a Dio attraverso la verità della sua rivelazione, ed egli ci fa approdare a quella vita divina che egli condivide con il Padre. Gesù è l’avvio e la meta, è il fondamento e la volta della Chiesa di Dio, è la sua base terrena e il suo vertice celeste, Gesù è la «pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio […] la pietra d’angolo…».

Su questa base che è Cristo, quel Cristo che siamo chiamati a riconoscere e riscoprire ogni giorno come fondamento di tutta la nostra vita, ci ergiamo noi, non servi, non schiavi, non umiliati, non sudditi ma, come scrive Pietro nella sua prima lettera, «pietre vive […], stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa».

Lo leggiamo nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli: nei primi passi della neonata comunità cristiana ci sono i Dodici, ci sono discepoli di lingua ebraica, discepoli di lingua greca, ci sono i diaconi…per una Chiesa che cresce, nella preghiera, nel servizio della Parola, nell’assistenza ai bisognosi. «E la Parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente».

E’ lo stesso Gesù che ce lo conferma nel brano evangelico: «In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste…».

Anche se spesso ci ritroviamo ad avere occhi incapaci di vedere in profondità, come gli apostoli  Tommaso e Filippo, pieni di dubbi e domande nel dialogo che hanno con Gesù, è Lui stesso che ci rassicura: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede in me». Seguire il Vangelo che si è incarnato in Gesù e che da lui è stato rivelato, è possibilità di scoprire il vero volto di Dio nella nostra storia e, di riflesso, il volto di noi stessi. Allo stesso tempo, è certezza di far parte di un progetto di amore grande, per il quale siamo chiamati a metterci in gioco, fino in fondo, alla continua ricerca e nella continua testimonianza di quel Dio che vuole dimorare con noi, la cui parola e retta e che è fedele in ogni sua opera.

 

 

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